Nelle prime ore della mattina di domenica un commando di militari incappucciati ha sequestrato il presidente della Repubblica dell’Honduras Manuel Zelaya nella sua residenza di Tegucigalpa. Confermato che Mel Zelaya è stato tradotto in Costarica e che tale paese avrebbe concesso asilo politico al presidente.
Nel paese è comunque in corso il referendum per decidere se in novembre si eleggerà l’Assemblea costituente rifiutato dall’oligarchia.
LA PRIMA Testimonianza dall’Honduras: non credete ai media officiali, la gente vota e resiste!
URGENTE e INAUDITO: Sequestrati gli ambasciatori di Nicaragua, Cuba, Venezuela e il Ministro Patricia Rodas
BARACK OBAMA: "L’unico presidente dell’Honduras che riconosciamo è Manuel Zelaya"
L’UNIONE EUROPEA CONDANNA ALL’UNANIMITA’ IL GOLPE
Ha giurato come presidente il dittatore Roberto Micheletti
Il presidente Zelaya in diretta dal Costarica. Leggi la trascrizione.
Migliaia di persone starebbero affrontando l’esercito e i francotiratori.
Dalle 17 ora italiana a Washington è in corso una riunione urgente CRUCIALE della Organizzazione degli Stati Americani.
Appello per l’Honduras, Comitato italiano solidarietà Zelaya.
Anche la televisione Canal 8 è stata presa d’assalto dai militari e in questo momento non trasmette e il ministro degli esteri Patricia Rodas denuncia che sarebbero in azione francotiratori nelle strade della capitale Tegucigalpa.
Hugo Chávez condanna il golpe e chiede a Barack Obama di pronunciarsi.
Il perché il referendum di oggi abbia provocato addirittura un golpe è presto detto: sarà una pietra miliare nella storia del paese. In Honduras infatti ben il 30% del territorio nazionale è stato alienato a imprese straniere, soprattutto dei settori minerari e idrici. Le multinazionali quasi non pagano tasse in un paese dove tre quarti della popolazione vive in povertà. Così l’opposizione, al solo odore di una nuova Costituzione che affermi che per esempio l’acqua è un bene comune e che imponga per lo meno un sistema fiscale che permetta processi redistributivi, è disposta a spezzare il simulacro di democrazia rappresentativa che evidentemente considera utile solo quando sono i poteri di sempre a comandare.