La trappola dei sionisti?

Arrivano email, o commenti sul sito, mi consigliano di rivalutare, di leggere qui, là, Comedonchisciotte, Comenonsocchì. Alcuni cortesi, altri rudi, o sfottenti, oppure gridati. Questi ultimi non li pubblico. Dello “sporco ebreo” non me l’hanno ancora dato, anche se ne sarei stato onorato. Quasi tutti sono di ultrasinistra, ma c’è anche qualche fascistello (o qualche compagnuccio fascista dentro) e qualche qualunquista che si arma di buon senso comune e cerca di spiegarmi. Il tono è sempre quello: l’antisemitismo sarebbe il paravento di Israele per coprire i suoi crimini. Poi mi spiegano (in varie tinte, da pacato a violento) che la lista sarebbe una bufala programmata, o fanno complicati distinguo tra ebrei e sionisti in una corsa al retropensiero nella quale la vittima diviene carnefice.

NON CI STO. Essere ebrei non è un crimine e firmare un appello non è un crimine. E’ una libertà garantita dalla nostra Costituzione, nonostante non se ne condivida il contenuto. Non ci sarebbe bisogno di dire queste cose se non ci fosse, anche a sinistra, un degrado culturale che impedisce di comprendere l’ABC della democrazia. E una cosa è esprimere dissenso verso il contenuto dell’appello e ben altra è dare connotazione razziale a chi lo firma e criminalizzarne i firmatari in quanto ebrei. Usare quella lista per identificare come ebrei i sottoscrittori sì è un crimine. Come è un crimine il negazionismo e molto d’altro che faceva da contorno alla lista nera e che questo sito ha elencato punto per punto.

E’ così difficile capire che l’antisemitismo non è un problema degli ebrei, né tantomeno degli israeliani? L’antisemitismo è un problema degli italiani.

Siamo noi che nel 1938 abbiamo promulgato le leggi razziali, siamo noi che abbiamo avuto i ghetti per secoli, siamo noi che abbiamo preso dei nostri concittadini, li abbiamo internati e deportati nei lager perché ne tornassero ben pochi. Siamo noi che dobbiamo dimostrare di essere vaccinati dallo scandalo dell’antisemitismo.

Ho riportato nel dettaglio particolari orripilanti dell’antisemitismo dichiarato di quel blog. Se i giornali mainstream si sono soffermati solo sulla lista è colpa loro. E il Giornalismo partecipativo serve proprio a fare un passo in più. Per riportare dettagli come il denunciare OGGI (non nel 1938) un partito, il Partito Democratico, come sionista perché ha tra i suoi militanti un ragazzo 24enne di nome Tobia Zevi. Oppure l’appello a non candidare ebrei nelle prossime elezioni del 13 aprile 2008? Cosa altro deve fare l’estensore del blog del Cannocchiale perché esprimiate INCONDIZIONATA solidarietà a Tobia Zevi e prendiate atto che Israele con l’antisemitismo non ha nulla a che vedere mentre sì l’antisemitismo ha a che vedere con l’Italia? Deve scapparci il morto?

Perché molti sottovalutano il fatto che la nostra capitale sia tappezzata di croci celtiche e di manifesti di Forza Nuova? Perché a molti sembra normale che 162 nostri concittadini debbano da oggi andare in giro per strada sapendo che i loro nomi e luoghi di lavoro sono in una lista che si passano di mano in mano dei neofascisti? A me sembra intollerabile e i responsabili devono essere puniti, come sembra intollerabile che tra due mesi potremmo tornare ad avere ministri fascisti. Se vi par poco potremmo avere ministro (lo è già stato), Francesco Storace che non rinnega né il fascismo né le leggi razziali, né riconosce lo stato d’Israele.

Certo, i nostri compagni retro-pensatori ci racconteranno che le croci celtiche sono un complotto dei ragazzi della sinagoga, che Tobia Zevi è un provocatore che se l’è cercata con quella sua presunzione di militare nel PD, e che i capetti di Forza Nuova e perfino Francesco Storace sono in realtà agenti del Mossad. Tutto questo non significa che non esista un uso politico dell’antisemitismo. Ma se non si ha chiaro come il sole che solo sconfiggendo l’antisemitismo una volta per sempre si spunta quella propaganda, è che (ed è un dramma), probabilmente, il sogno di un ministro che non riconosca lo stato d’Israele non è solo dei fascisti.