Caccia all’uomo: cambia l’ Italia, denuncia un Black bloc!

Rivolta morale in Italia! Finalmente i cittadini compatti denunciano il crimine. I mafiosi? No! Gli evasori che tutti conoscono? Nooo! I politici corrotti? Nooooo! Sbatti il mostro in prima pagina, denuncia un black bloc!
In genere questi ragionamenti vanno iniziati con un “premettendo che sono contro la violenza”. Paghiamo il fio e dopo aver premesso di essere contro la violenza di sabato a Roma e pure contro l’11 settembre, trovo oramai agghiacciante la persecuzione, quasi una caccia all’uomo, che si sta sviluppando in queste ore contro i ragazzi che hanno commesso reati sabato scorso.
Approfittando dell’ era della riproducibilità, interi siti sono dedicati al metodico riconoscimento di questi alieni sbarcati da Marte a rovinare la festa alla parte sana del paese per mettere le forze dell’ordine in condizione di arrestarli. Oramai Fabrizio Filippi, il 23enne che ha lanciato il famoso estintore, ha la sua faccia riprodotta in Rete in migliaia di copie, ora e per sempre, ed è già stato stigmatizzato più di quanto non sia mai stato fatto con Totò Riina. Ciò nel paese del garantismo. Sempre a senso unico. Non importa che poi magari Fabrizio sarà assolto o condannato a una mite pena (e qualcuno s’indignerà perché avrà avuto meno di 30 anni di galera) e nessuno ricorda, come si fa fino alla nausea per i politici, che quel ragazzo è innocente fino al terzo grado di giudizio… sbatti il mostro in prima pagina.
Nel paese con tre regioni in mano alla criminalità organizzata, nel paese governato da Berlusconi dove le puttane si chiamano escort, nel paese dell’omertà, da nord a sud, nel paese delle tangenti, nel paese degli ecomostri, nel paese della sabbia al posto del cemento, nel paese dove i bravi imprenditori del nord hanno seppellito la Campania di rifiuti tossici, nel paese dove ci sono meccanici, dentisti, avvocati che lavorano al 100% in nero e che non emettono una fattura neanche sotto tortura, nel paese dei condoni tombali, fiscali, edilizi, contributivi, nel paese delle morti bianche, il mostro da sbattere in prima pagina è Fabrizio Filippi.
Evidentemente è facile sbattere in prima pagina il mostro Fabrizio Filippi, “er pelliccia” del quale da qualche ora ride tutta Italia. Al contrario del mafioso o del politico, Fabrizio è un poveraccio che senza estintore non fa paura a nessuno. Invece verso il cardiologo che non fa la fattura o il politico che chiede la tangente, sviluppiamo una sorta di sindrome di Stoccolma. Maturiamo disprezzo, odio perfino, ma in buona sostanza lo rispettiamo e ne finiamo per essere complici.
E così il movimento degli indignati (sarà il caso di ribattezzarlo “movimento dei benpensanti” e spero che mai e poi mai indichino tra i riferimenti culturali Fabrizio De André) invece di far la voce grossa contro il potere, contro le banche, contro la malapolitica, raccoglie certosinamente le foto per consegnare alle forze dell’ordine quei quattro sficati borgatari. Gente di scarto, mele marce sacrificabili. Magari tra i benpensanti in questione qualcuno sarà pure d’ accordo col Di Pietro che rivuole la Legge Reale o con Maroni (verrebbe di chiamarlo Boia ma fa troppo anni ’70) che si è inventato che può manifestare solo chi può esibire garanzie patrimoniali.
Insomma, ergastolo a “er pelliccia” e in piazza solo chi può scendere “in pelliccia”, evasori, tangentisti… Sabato ero convinto che fossero i violenti a lavorare per il Re di Prussia. Adesso penso che bisognerebbe ricominciare dalla grammatica. E’ giusto che Fabrizio Filippi paghi, in nessun modo lo sto assolvendo dalle sue colpe. Ma se gli indignati fossero davvero tali per ogni foto di black block che consegnano dovrebbero pubblicare anche la foto del salumiere o dell’imbianchino, dell’ architetto o dell’ assessore e dovrebbero smetterla di ritrovarsi in centro per invadere le periferie, dialogare, creare coscienza che si converta in accumulazione di forze e che impedisca al Fabrizio di turno di lanciare estintori o farsi attrarre da Forza Nuova o Casa Pound. Altrimenti è tutto inutile.