Oh no, la legge elettorale no!

Evviva! Finalmente si mettono al centro i veri problemi dei cittadini. Spenderemo l’intero autunno a parlare di processo breve e di riforma elettorale. Il PD si è subito spaccato tra weltroniani maggioritaristi e dalemiani proporzionalisti alla tedesca. I giornali, soprattutto quelli di centro-sinistra, sono già strapieni di sessutissimi articoli ed editoriali su cosa è indispensabile fare per risolvere il più importante problema che affligge il paese.

I politici li vedi tutti sprizzare gioia, felicissimi di poter dire la loro su una delle poche cose sulle quali sono ferratissimi: come rimanere in parlamento. Preferenza, non preferenza, singola, multipla, lista bloccata, sbarramento, non sbarramento, scorporo dei resti, liste civetta, collegio uninominale… non sanno chi ha scoperto l’America ma sulle leggi elettorali sanno tutto, opinano tutti!

In un paese dove ci sono 130 miliardi di evasione fiscale l’anno (pari a SEI volte l’ultima manovra economica di Tremonti che ha massacrato gli stipendi di milioni di italiani) e dove per abbreviare i processi basterebbe comprare i computer per i tribunali, si potrebbe rifare l’Italia se solo ci fosse un partito disposto a bastonare davvero chi non paga le tasse.

Faccio una proposta, breve come i processi di Berlusconi: raddoppiamo gli stipendi ai parlamentari se dimezzano l’evasione.