E’ scomparso a Montevideo Guillermo González, el gordo.
Guillermo era il direttore di Brecha, il settimanale uruguayo per il quale nascono gli articoli di Eduardo Galeano e Mario Benedetti, poi ripresi in tutto il mondo.
Guillermo era molte cose, un amico innanzitutto, un compagno, un grande giornalista latinoamericano, un maestro di molti, mio sicuramente. Scriveva di musica classica con la stessa competenza con la quale scriveva di politica internazionale ed anzi, continuava a trovarvi più gusto e meno delusioni.
Il suo era uno sguardo che non aveva mai smesso di essere antagonista e di cercare nell’unione del continente ribelle, l’arma che porterà alla seconda indipendenza. Era tra i pochi a non guardare con timore al gigante brasiliano come via di sviluppo per il paisito uruguayo che aveva visto costantemente avvizzirsi durante tutta la sua vita.
Durante i suoi sessantott’anni, aveva lavorato in tutti i media democratici possibili e, in dittatura, si era fatto quattro anni di galera, in quel carcere dal nome assurdo, “Libertad”, che l’aveva ingoiato per avere osato scrivere di tortura.
Più in là della professionalità e della militanza, scompare l’amico di mille e mille caffé. El gordo millantava di selezionare personalmente i migliori caffé come i migliori tabacchi del continente. Se non era giovedì, giorno di chiusura a Brecha, ti sedevi a chiacchierare e ne uscivi 5-7-10 tazze dopo… con la camicia puzzolente per quell’immondo odore di pipa, che non avevo mai pensato potesse mancarmi così tanto.
Articolo pubblicato dal settimanale Diario