Gillo Pontecorvo, Sacco e Vanzetti

Ho un ricordo personale di Gillo Pontecorvo che voglio condividere. Al Genoa Social Forum, durante il G8 del 2001, avevo appena finito la mia relazione sulle privatizzazioni in Argentina. E’ mercoledì mattina e la festa non ha ancora lasciato spazio al dramma. Sono seduto al tavolo, mi bussano alle spalle, mi giro e si materializza uno dei miei eroi, proprio Gillo Pontecorvo. Si presenta -non ce ne sarebbe stato bisogno- e mi fa i complimenti.

La prima cosa che mi viene in mente con nientemeno che Gillo Pontecorvo davanti, è volermi levare una gran curiosità che mi inquieta da anni. Niente su "la battaglia di Algeri", niente su "Kapò"… ma "Sacco e Vanzetti". No, non il film di Giuliano Montaldo con Gian Maria Volonté, ma proprio Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. La curiosità concerne le memorie di un garibaldino sammarinese, Lino Celli, che prima di combattere in Spagna si esilia a Parigi e partecipa alle manifestazioni contro la condanna a morte dei due anarchici italiani, "insieme a Gillo Pontecorvo" scrive. Quel movimento mondiale -gli dico e lui condivide- fu forse il primo movimento mondiale contro un crimine contro l’umanità commesso da un governo statunitense. Ci furono proteste di massa e repressione, e morti, da Melbourne a Parigi a Buenos Aires e tanti giovani si politicizzarono in quei giorni.
Ci metto un po’ a spiegargli che anni prima l’Università di San Marino mi aveva commissionato un saggio sui quattro garibaldini di quel paese e perché quelle memorie lo chiamavano -erronamente- in causa. Nel 1927 Pontecorvo aveva appena 7 anni. Lui infatti commenta con interesse la Parigi degli anni ’30, ma lipperlì non capisce cosa lo chiami in causa… poi realizza… gli occhi azzurri e il sorriso gli si illuminano: "e che so’… Matusalemme?"


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