Ingrid Betancourt, la presidenza e la frivolità dei media

A Nuova York, per l’ennesima volta, Ingrid Betancourt, l’ex ostaggio delle FARC, ha ribadito che non si candiderà alla presidenza della Colombia e che non pensa di fare più politica. Nella conferenza stampa tenuta a Roma il mese scorso aveva imposto il veto totale sulle domande sulla politica colombiana e tra i cinque o sei giornalisti rigidamente selezionati per fare domande, nessuno ha sgarrato né ha pensato di farlo né ha rilevato il dettaglio: Colombia? What’s Colombia?

Meglio parlare di santi e madonne e gossipare sulla sua vita privata. Il due luglio, tra i media cosiddetti alternativi, in molti avevamo espresso serissimi dubbi sulla volontà e le possibilità materiali di Ingrid di avere una futura carriera politica. Tra i media mainstream, quelli che si considerano le vestali dell’informazione, col telescopio europeo in moltissimi l’avevano già eletta presidente, oltre che Premio Nobel della Pace. Fa bene Ingrid a non candidarsi e a continuare il suo Grand Tour. Almeno risparmia ai colombiani l’onta di farsi descrivere come ingrati (dde che?) dal Mimmo Candito di turno.