L’incredibile Omero Ciai su La Repubblica tira il sasso e nasconde la mano

Colombia6marzo2 La Repubblica titola oggi in prima pagina: “così Rifondazione aiutò i rapitori della Betancourt”. La firma del super-scoop, perché se fosse vero di quello si tratterebbe, è quella di Omero Ciai. Gli attenti lettori di La Repubblica veramente da Omero si attendevano altro… sapere com’era finita una storia cubana che fino a ieri ad Omero stava molto a cuore ed oggi sembra non servire più. Com’è finita Omero non lo racconta, e allora lo facciamo noi, abbiate la pazienza di leggerci.

Oibò dunque, “Rifondazione aiutò i rapitori” in italiano vuol dire che Rifondazione Comunista è stata complice del sequestro di Ingrid Betancourt. Vuol dire che Gennaro Migliore le portava da mangiare (qualcosa mi dice che la mamma di Migliore cucina bene). Vuol dire che Nichi Vendola e Giovanni Russo Spena facessero i turni come carcerieri e che Fausto Bertinotti fosse il grande vecchio che decideva della vita e della morte di Ingrid.

Leggi il pezzo e non c’è nulla di tutto questo. Nell’articolone al quale è dedicata tutta la pagina 15 del quotidiano c’è poco o nulla ma soprattutto non c’è una parola sul fatto che Rifondazione aiutò i rapitori di Ingrid Betancourt. E quindi siamo di fronte all’ennesima bufala, l’ennesima invenzione diffamatoria di Omero Ciai e se fate una ricerchina su questo sito in chiave Omero ne trovate almeno un paio di dozzine. Ci sarebbero degli email con alcune considerazioni politiche e nei quali al massimo si evince che Rifondazione avrebbe pagato cure mediche a un rappresentante delle FARC. Sarà vero? Sarà falso. Per Omero è tutto vero senza verifica alcuna e prendendo ancora una volta per buono il computer delle meraviglie che da marzo in qua ha sputato ad orologeria centinaia di informazioni dimostrabilmente false su chiunque fosse nemico del presidente colombiano Álvaro Uribe.

Due cose vanno dette: in primo luogo quella di pensare che le FARC (un’organizzazione nel bene e nel male con mezzo secolo di storia e di relazioni dall’ONU alla UE ai parlamenti di mezzo mondo) siano circondate da un cordone sanitario e chi parla con le FARC sia automaticamente infetto è una logica pienamente interna alla guerra al terrorismo voluta da George Bush e della quale evidentemente Ciai è completamente addentro. Null’altro c’è nell’articolo della pubblicazione del quale sfugge la logica a meno di non ricordare la straordinaria figuraccia già fatta da Omero su questo stesso caso, quando fece finta di non riconoscere un conosciutissimo parlamentare come Ramon Mantovani perché altrimenti non avrebbe avuto nulla da scrivere.

In secondo luogo va detto che la circospezione, la prudenza e la presunzione d’innocenza che valgono per alcuni potenti, non vale mai per chi non ti può fare favori e non può metterti a libro paga. Delle FARC o di Rifondazione Comunista, o di Cuba o del Venezuela o della Bolivia si può dire qualunque cosa, vera o falsa, in genere falsa, diffamare, calunniare e passare veline in nome e per conto di qualcuno.

Ma il caso Rifondazione-FARC non basta, andiamo con ordine perché Omero sembra essere in un periodo di grande creatività.

Appena tre giorni fa infatti, sempre Omero Ciai, aveva provato a creare dal nulla o quasi un altro martire anticastrista: tale Gorki Aguila. E’ il capo di un gruppo rock amatoriale, coinvolto in passato in una brutta storia di droga con una ragazza morta di overdose. Non varrebbe la pena di parlare di lui se non perché il gruppo di Aguila, dall’improbabile nome di “Porno para Ricardo”, è contrarissimo alla rivoluzione cubana, con testi particolarmente duri.

Sarà per quello o sarà perché effettivamente i “Porno” rompono le scatole ai vicini facendo le prove a tutto volume, che è l’accusa, ma insomma alla fine Gorki è stato arrestato e Omero si è fiondato a scrivere un gran articolo in sua difesa. Ovviamente il problema è la libertà d’espressione e le libertà civili a Cuba. E’ un problema serissimo, a patto di essere in buona fede. Omero non lo è e qui ne abbiamo l’ennesima dimostrazione.

Ieri infatti Gorki è stato liberato, perchè il giudice (cubanissimo e trinariciuto) ha ritenuto che non basta rompere tutta la notte le scatole al vicinato e scrivere testi contro Fidel e la Rivoluzione per andare in galera. Per andare in galera come “dissidente” a Cuba, e questa è l’ennesima dimostrazione, non basta essere contrari alla Rivoluzione, ma bisogna prendere soldi dal nemico ed essere in intelligenza con questo, cosa che evidentemente il roquero (che lavora regolarmente come grafico all’ICAIC) non ha fatto.

Dopo l’udienza sia Gorki che gli altri ragazzi del gruppo hanno rilasciato in tutta tranquillità dichiarazioni molto dure alla stampa internazionale, che vari media hanno pubblicato. Voi credete che Omero l’abbia raccontato ai lettori di Repubblica? Assolutamente no. Ha bucato completamente l’assoluzione riciclando la non notizia di Rifondazione. Per i lettori di Repubblica Gorki Aguila deve rimanere in galera, altrimenti che totalitarismo è quello cubano?

Insomma Omero Ciai e La Repubblica, ancora attendiamo scuse ai lettori per il clamoroso e vergognoso caso delle false interviste firmate Jordi Valle, cambiano discorso e lasciano il martire Gorki Aguila al suo triste destino di non-martire.

Dopo aver già fatto una figura immonda appena qualche settimana fa con il caso dei rapporti Rifondazione-FARC, al povero Omero tocca riprovarci (ma lo fa di suo o ce lo mandano?): “Rifondazione aiutò i rapitori della Betancourt”. Omero, ma non ti vergogni?