Di nuovo segnalato e sospeso da Facebook!

Per la seconda volta in poche settimane sono stato sospeso da Facebook, stavolta per 72 ore, a causa della segnalazione, da parte di utenti anonimi che se ne sarebbero detti offesi, di un post di un paio d’anni fa (letto bene: un post sepolto ed evidentemente cercato con ostinazione). Vi commentavo l’allora svolta “nazionalista” della Lega Nord ricordando che ciò non cancellava – virgoletto le parole incriminate – decenni di “odio, diffamazione e discriminazione” del Mezzogiorno.

Per tre giorni non ho potuto svolgere alcuna attività, incluso rispondere ai messaggi privati che pure ricevevo. Confesso di aver provato un certo imbarazzo e, nell’ostracismo, di aver nuovamente preso atto della centralità del social network Facebook nella comunicazione odierna, un potere smisurato. Ciò in particolare per un non VIP, ma che ha un’intensa attività di libera espressione del proprio pensiero critico e divulgazione dei temi che studio e che mi sono cari, che riassumo nella difesa dell’art. 3 della Costituzione repubblicana.

Per il business Facebook, che si dichiara promotore di una cultura della tolleranza e del rispetto della diversità, è invece profittevole un’utenza “zona grigia”, una folla politicamente anonima ma disponibile alla profilazione commerciale. Basta un gruppetto di fascioleghisti, magari ammiratori dell’attentatore maceratese del 3 febbraio, per usare l’olio di ricino digitale e ridurre al silenzio. Le regole di Facebook non differenziano tra fascismo e antifascismo, razzismo e antirazzismo e non offrono protezione o terzietà alcuna. Il processo amministrativo che mi ha bloccato, e avvicinato all’espulsione, ha preso in considerazione le mie ragioni? Non sono stati violati miei diritti, includendo quello alla partecipazione al dibattito pre-elettorale in corso?

Sono in Rete da oltre un quarto di secolo con un’identità definita di intellettuale impegnato. A più d’uno ho rotto le scatole e sono sopravvissuto a molti tentativi di esclusione e minaccia, come quella delle cause seriali intimidatorie intentate da chi ha la forza ma non la ragione. Ma nell’ecosistema digitale attuale, sempre più concentrato, essere censurato e sbattuto di punto in bianco fuori da Facebook vorrebbe dire perdere un tessuto di relazioni, pubbliche e private, costruite in un periodo di ormai dieci anni. Perdere io ed essere perduto da chi mi segue, in maniera irrimediabile.

Nel clima politico del paese, nel quale il razzismo è ormai considerato una libera espressione di pensiero, le mie ore su Facebook sembrano già segnate. Qualcuno potrebbe star già segnalando un mio post di chissà quando sull’assassinio razzista di Jerry Essan Masslo a Villa Literno o sul monumento di Affile al criminale di guerra Graziani. Con uno storico di dieci anni di post da spulciare e un’opacità così totale nel processo decisionale temo che non sia mai stato così facile e poco costoso zittire voci critiche in uno spazio pubblico/privato che oggi sembra non avere alternative. Ma non temete, fuori quelli come me, FB sarà un miglior luogo per pubblicare foto di gatti; a patto che siano tutti bigi.

Aggiornamento del 28/2/2018, h. 10.00. Ho ricevuto questo pop-up da Facebook. Prendo atto delle scuse – ma le 72 ore di ostracismo restano – e del ripristino del post incriminato ed è positivo sapere che ci sia un’interazione umana possibile. Restano tutte le preoccupazioni di carattere generale espresse nell’articolo. In calce allego il mio messaggio a Facebook con il quale protestavo per il blocco.

I absolutely disagree with the block. Please, let me explain: 1) I’m an Italian academic in Contemporary history of human rights; between my main research topics there are racism, discrimination, hate speech. I’m not a real VIP but pretty know in some Italian national medias as a “committed intellectual” with anti-racism, gender and diversity issues. 2) In ten years on FB I constructed a strong and respectable profile. That is the second time that someone – possibly far right members, neofascists, racists or something similar – obtains to block me on FB. This time I was blocked for a post of perhaps a couple of years ago (!) that denounce their hate speech and racism. I accept, agree and never violate your community standards but I’m really concerned if someone is using it to stop free non-violent speech. 3) Respect to those concerns, that are not restricted to my private use of FB but is extended to my public image as professional, I ask you to protect me, identifying me as user (I can send you my passport) and putting myself in condition to avoid those situations.