Nei paesi seri il responsabile politico si dimette anche quando non ha nessuna responsabilità materiale. E così è successo a Brasilia. Dopo lo scabroso caso del senatore dell’opposizione boliviana Roger Pinto il ministro degli Esteri Antonio Patriota (foto) si è dimesso.
Pinto, accusato di corruzione e che controaccusa il governo boliviano di collusione col narco, nel maggio 2012 aveva trovato rifugio nell’ambasciata brasiliana a La Paz proclamandosi perseguitato del governo di Evo Morales. Lo scorso 23 agosto, con la complicità poi ammessa dell’ambasciatore, Pinto aveva lasciato l’ambasciata e coperto in auto i 1.500 km fino alla frontiera brasiliana aprendo una crisi diplomatica tra Brasilia e La Paz.
Orbene tre giorni dopo il titolare della diplomazia brasiliana Antonio Patriota ha rassegnato le proprie dimissioni a Dilma Rousseff che lo ha sostituito con l’ambasciatore presso le Nazioni Unite Luiz Alberto Figueiredo. Ogni riferimento con il ben più grave caso kazako è puramente casuale.