Messico, un narcostato in mano alle mafie

14_35_51 Siamo già a 1.700 morti nel corso del 2008. La settimana scorsa a Sinaloa un banda di narcos ha preso in ostaggio decine di persone nel porto turistico di Mazatlán, giustiziandone nove per vendicare la morte di uno dei figli di Joaquín “el Chapo” Guzmán, il Pablo Escobar messicano. E’ solo l’ultimo episodio di una violenza senza precedenti. Lo Stato messicano sta perdendo la battaglia. Tutto il Nord del Messico sta diventando un narcostato e l’unica risposta è il Plan Mérida, la militarizzazione del territorio voluta dagli Stati Uniti.

In Messico siamo in media perfetta per superare i 3.500 morti del 2006, il record finora. A Sinaloa, uno stato del Nord che affaccia sul Pacifico con poco più di 2 milioni di abitanti, negli ultimi sette giorni i morti sono stati 43, nel 2008 sono già 500. Maggio è stato il mese più violento del secolo in Messico, con 370 morti ammazzati, 150 di questi nel solo stato di Chihuaua, quello di Ciudad Juárez e dei femminicidi.

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