Family day in Spagna? La pigrizia mentale italiana, dalla Conferenza episcopale ai media

Ieri in Spagna si è tenuto la “Giornata per la famiglia e per la vita”, manifestazione revanscista (del tutto legittima per carità, ma anche del tutto legittimo definirla revanscista) contro lo stato laico che ha aperto, con l’impegno diretto di Joseph Ratzinger, la campagna elettorale del partito di destra del Partito Popolare per le elezioni politiche di marzo.

I giornali italiani parlano però all’unisono di “femili dei”, “femili dei spagnolo”, “anche la Spagna ha il femili dei” e via cazzeggiando. Ma “femili dei è un termine sconosciuto in Spagna, fatevi un giro in Google News, a meno di non riferirsi all’Italia. In Spagna sanno infatti che “Family day” è un toscanismo tipico della lingua di Dante e allora anche se fanno una manifestazione analoga la chiamano in spagnolo. Orrore, no?

Mi faccio e vi faccio alcune domande: la manifestazione spagnola ha avuto meno successo per il fatto di avere un nome in spagnolo? In Italia la Conferenza episcopale (la CEI, mica un venditore di merendine!) ha utilizzato il nome in inglese in ossequio all’Ambasciata statunitense o alla regina Elisabetta? E se sì, perché se non sono manco cattolici? Cosa ha autorizzato la stampa italiana a convertire il nome “jornada por la familia” con un termine in inglese? Non era più facile tradurlo in italiano? Perché ciò succede in Italia ma non succede né in Spagna né in Francia? Sbaglia chi lo fa notare o sbaglia chi pensa sempre e solo slogan in inglese?

So solo che, come diceva Nanni Moretti, le parole sono importanti…