Il sangue di Pontida

Il rituale tribale di Pontida comporta sacrifici umani. Il popolo padano vuole vedere il sangue, vuole fare male, vuole girare il suo pollice verso su vite che considera inferiori e lo avrà. Quella canea inumana leghista, che tutto sopporta pur di vedere umiliato chiunque non appartenga alla loro comunità di sangue e di suolo,  lo ha già avuto preventivamente quel sangue. Il sinistro ministro degli interni Roberto Maroni ha firmato il decreto che rinchiude i migranti nei lager dei CIE per 18 mesi (contro il massimo di sei mesi previsto dalle UE, una palese violazione). Per la Conferenza Episcopale, con parole fin troppo misurate: “I CIE sono un luogo di grande conflittualità, di violenza, di autolesionismo, dove la persona non è tutelata, senza progetto, senza alcun percorso. E’ una forma di carcerazione che non aiuta assolutamente la promozione della persona. Ricordiamo che la clandestinità non è reato”. I CIE sono le nostre Guantanamo, luogo di umiliazione della persona, e il segno della follia cinica e disperata della Lega, il prezzo che i migranti devono pagare per la perpetuazione del potere decadente dei due satrapi lombardi. A questo si aggiunga l’immediato rimpatrio coatto che tanto entusiasma il popolo leghista. Anche dei comunitari, anche dei profughi. Questi potranno essere spediti anche in zona di guerra, magari in Libia, dove tanto in Cirenaica come in Tripolitania potrebbero essere considerati traditori e passati per le armi. Per quella firma di Maroni, accolta dal tripudio del sedicente popolo padano, molte persone moriranno. Parafrasando una vecchia canzone contro la guerra, vecchia di cent’anni: “O Pontida tu sei maledetta!”