Scuole calcio, quali valori?

Ieri ho assistito alla partita di calcio Napoli-Bari. Il Napoli ha giocato malissimo e il risultato finale di 1-1 è del tutto legittimo. Ma vorrei fare una riflessione.

Il Bari, una squadra di classifica medio-bassa, ha portato via un ottimo punto da Napoli (ora terzo in classifica, dopo aver dilapidato un capitale) giocando addirittura con sette giocatori di meno di vent’anni provenienti dal suo vivaio. Ma lo ha fatto in un modo che palesa la diseducatività del calcio come sport, almeno in Italia.

Già nel primo tempo, ma in maniera scandalosamente costante nel secondo, i giocatori del Bari si sono dedicati solo a perdere tempo. Ho contato almeno una quindicina di situazioni nelle quali questi ragazzini, appena sfiorati, si sono buttati per terra fulminati, gridando disperatamente straziati dal dolore e rotolandosi per terra per infiniti secondi come se fossero stati fucilati.

Che fossero tutte simulazioni era così scoperto che ad un certo punto Roberto Sosa (argentino del Napoli ultratrentenne, un tipo serio), si è precipitato lui a prendere la barella, che non faceva che entrare e uscire dal campo ogni due minuti, per farci stendere l’ennesimo lazzaro barese che di lì a poco si sarebbe alzato e avrebbe camminato meglio di prima.

Anche se la simulazione nel calcio viene sanzionata, nessun giocatore del Bari è stato ammonito per questo e paradossalmente un giocatore del Napoli (già ammonito) è stato espulso perché, al momento del pareggio del Napoli, per evitare che gli avversari perdessero ulteriore tempo, ha preso il pallone dalla rete per riportarlo a centrocampo.

Se a termini di regolamento era corretto, è possibile che sia stato sanzionato solo chi aveva fretta e non chi perdeva tempo in maniera così continuata e spudorata? Alla fine l’arbitro ha dato un lunghissimo recupero, ma la costante antisportività del Bari è stata premiata.

E’ possibile che nelle scuole calcio si insegni antisportività? E’ possibile che dei ragazzini crescano pensando che per fare carriera debbano non giocare meglio dell’avversario, ma millantare meglio? E’ evidente che una tattica così dilatoria è stata ordinata dall’allenatore della squadra pugliese ma è anche evidente che quei ragazzi fossero espertissimi nel realizzarla.

Sono sempre più convinto che la militanza nei settori giovanili vada vincolata alla frequenza e al profitto scolastico. Se non studi, se non hai sufficiente cultura, anche sportiva ma non solo, anche se sei Maradona, non puoi giocare a calcio.


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