Il presidente uruguayano Pepe Mujíca chiede rispetto e affetto per il Venezuela

Mujica

Il presidente uruguayano Pepe Mujíca (foto), diventato negli ultimi anni una specie di pop star in Europa con la retorica del “presidente più povero del mondo”, ma raramente poi ascoltato per le sue posizioni politiche, ha rinnovato in due punti la sua solidarietà al processo politico venezuelano e al governo legittimo di Nicolás Maduro e ha criticato la guarimba, la protesta violenta delle destre che nelle ultime settimane ha causato decine di morti. È proprio in risposta all’aggressività statunitense e alla minaccia di sanzioni da parte del governo statunitense che Mujíca, come avevano già ripetutamente fatto verso il governo legittimo venezuelano le istituzioni integrazioniste latinoamericane, ha ritenuto di replicare.

«La prima cosa che dovete imparare è a rispettare il Venezuela e l’America latina. Noi facciamo la nostra storia, che vi piaccia o no, buona o cattiva ma è la nostra e più tardi lo capirete peggio sarà».

«Il secondo punto –ha proseguito Mujíca- è l’affetto per i venezuelani. Le contraddizioni di quel processo sono anche le nostre. La risoluzione di quel processo non deve essere violenta ma ancora meno essere attizzata dall’esterno» ha detto con un riferimento chiaro alle ingerenze statunitensi e alla disinformazione mediatica sul governo venezuelano.

«La strada dell’alternativa politica è il voto, non le pietre e la guarimba [simboli delle proteste violente dell’opposizione di destra e degli studenti delle università private]. Le nostre costituzioni possono avere dei limiti ma il loro rispetto è il cammino necessario». Le proteste durano da quasi due mesi cercando di capitalizzare la difficile situazione economica, la situazione della microcriminalità ma, pur fortemente appoggiate dall’esterno, non sono riuscite ad assumere le caratteristiche da “regime change” volto a dare la spallata finale a governi rei di non favorire gli interessi statunitensi. In particolare la minaccia di sanzioni da parte statunitense hanno fatto associare al presidente orientale lo storico e fallimentare embargo anti-cubano in essere da oltre mezzo secolo.

«Quando il mondo intero [nel 2013 per la ventiduesima volta condannato dall’Assemblea generale ONU, ndr] vuole la fine del blocco economico degli Stati Uniti contro Cuba –ha concluso Mujíca- da quel governo vengono voci che minacciano sanzioni contro il Venezuela. Non pensate di avere voi qualcosa da imparare?».

Stranamente di queste dichiarazioni non si trova traccia sui media italiani, negli ultimi tempi così attenti a cosa dica l’ex-guerrigliero tupamaro divenuto presidente in Uruguay e a dare informazione (a senso unico) sulla situazione venezuelana.