Gennaro Carotenuto Prendo atto con piacere che la redazione di Peacereporter a passo di carica ha ritenuto opportuno sanare la situazione scandalosa da me segnalata stamane. Lo ha fatto con un articolo della brava Stella Spinelli che ristabilisce la verità e la decenza informativa sul caso del terrorista Posada Carriles.
Mi ha incuriosito che Peacereporter ha scelto di farlo replicando al mio scritto di stamattina (prelevato e trasformato in una intervista) nel quale denunciavo intenzionalità e pretestuosità del mostruoso testo da loro pubblicato stamane. Se è stata una forma di captatio benevolentiae, non ce n’era alcun bisogno. Sanno perfettamente che continuerò a solidarizzare con loro in molti casi ma a criticarli se d’uopo.
Continuo a rimanere molto perplesso sulle ripetute cadute (di stile?) sull’America Latina di un’agenzia indipendente come Peacereporter. Questa, in un continuo tira e molla, ripetutamente sceglie un appiattimento conformista sulla peggiore informazione mainstream (Alessandro Ursic) o non trova di meglio che immolarsi all’impreparazione e ai pregiudizi eurocentrici e a volte apertamente razzisti di alcuni suoi redattori che sono così presuntuosi da considerarsi "democraticamente più evoluti" rispetto all’America Latina (Emanuele Bettini).
Se c’è bisogno che io -che non sono nessuno e non ho nessun rapporto di lavoro con Peacereporter- alzi la voce per dover far seguire ad una notizia indegna un articolo degno, qualcosa decisamente non funziona nelle dinamiche di quella redazione. Riscatto sia la volontà di dialogo che la capacità di correggersi, ma è evidente (almeno dall’esterno) che lì dentro qualcuno remi contro e rovini l’ottimo lavoro dei più.
Peacereporter sa perfettamente che esiste una macchina informativa che produce continuamente menzogne tese a stritolare i governi integrazionisti latinoamericani a partire da quello venezuelano. E’ del tutto incomprensibile, di come in maniera apparentemente casuale, queste menzogne possano essere lette e trattate come tali oppure fatte proprie e propinate ai lettori come se fossero la bibbia.
Parole chiave: America Latina, Media, informazione, disinformazione, terrorismo di stato, Luís Posada Carriles, Cuba, Venezuela, Peacereporter