Gennaro CarotenutoGennaro Carotenuto

Giornalismo partecipativo – online dal 1995 SITO IN (LENTA) RISTRUTTURAZIONE

Menu
  • Home
  • Bio
    • Bio in italiano di Gennaro Carotenuto
    • Bio in english
    • Bio en español
    • Bio en français
    • Curriculum vitae
  • Primo piano
  • America latina
  • Temi civili
  • En Español
  • Contatto

Il risultato delle elezioni indebolisce Berlusconi. Offensiva su intercettazioni e giustizia Allarme per il voto dei cattolici

8 Giugno 2009Senza categoriaRedazione

Tra i credenti perso il 20% in un mese. Crisi di immagine. E il premier ora teme uno choc sul G8

Francesco Verderami

ROMA — È allarme rosso nel Pdl. Altro che 25 aprile, al­tro che pacificazione naziona­le, altro che dialogo e riforme condivise. Da domani maggio­ranza e opposizione contribui­ranno ognuna per la propria parte a rendere ancora più alto il muro che le tiene separate. Perché ormai è chiaro quale te­ma terrà banco in Parlamento fino all’estate, è sulla giustizia che si sfideranno i due schiera­menti. Berlusconi ha invitato il suo Guardasigilli a prepararsi per uscire allo scoperto, sapen­do che Bossi si comporterà da «alleato leale», dopo aver otte­nuto quanto chiedeva: la legge delega sul federalismo fiscale. E siccome al momento non ci sono le condizioni per un ta­volo bipartisan dove discutere sulle modifiche alla Carta costi­tuzionale, il Cavaliere vorreb­be sfruttare questi due mesi di lavoro parlamentare per porta­re a casa il nuovo testo sulle in­tercettazioni e la riforma del processo penale. Era questo il piano prima delle elezioni, ma il risultato delle urne lo conse­gna indebolito e sarà più com­plicato in questo modo dar bat­taglia.

Eppure lo scontro inizierà già domani alla Camera, dove si voterà la mozione del Pd che chiede l’abolizione del «lodo Alfano». Per l’ennesima volta sarà come ripiombare in un passato che non è mai alle spal­le, se è vero che si intravedono le ombre di ulteriori e clamoro­si colpi di scena giudiziari. Da tempo voci preoccupate ali­mentano i colloqui riservati dell’inner circle berlusconia­no, nuovi fantasmi si muove­rebbero nel triangolo delle pro­cure di Milano, Napoli e Paler­mo, con il Cavaliere — e non solo lui — nel mirino. È un’ipoteca politica che gra­va anche sul G8 dell’Aquila, do­ve Berlusconi teme «una sgra­devole sorpresa» come quella del ’94. È una questione che co­munque ieri sera è rimasta ai margini delle prime analisi sul voto.

A preoccupare i dirigenti del Pdl, semmai, è stato l’azzar­do del premier, che tenendo al­tissima l’asticella del risultato in campagna elettorale aveva prodotto un’aspettativa molto ambiziosa. Anche troppo. «Quota 40» era la soglia, inve­ce non solo è sceso sotto quel limite, ha ripiegato anche ri­spetto alle Politiche. Una scon­fitta. Nessuno lo immaginava nel Pdl, dove si è avvertito un sen­so di smarrimento, più di quanto ne avesse prodotto la sfuriata di Berlusconi qualche ora prima, irritato per la «pessi­ma organizzazione» dell’ulti­ma manifestazione a Milano: «C’era pochissima gente». Quella convention è stata em­blematica perché ha dato l’idea di un partito che stenta a decollare. In fondo, quando il premier sostiene di esser stato «forzato» a candidarsi, disvela la fragilità del Pdl.

Il punto è che Berlusconi re­sta l’unico attaccante, l’uomo panino, il collettore di consen­si. Fino al 25 aprile, infatti, quando ancora macinava gli avversari, quando si sentiva ed era «il presidente di tutti gli ita­liani », il Pdl veleggiava tra il 43-45%. Il Cavaliere appariva un dominus della politica ita­liana capace di proiettare la sua forza anche a livello inter­nazionale, prefigurando il Pdl come primo partito del Ppe e ipotecando persino la presiden­za dell’Europarlamento. Poi è cambiato tutto.

La crisi d’immagine è iniziata cinque settimane fa, il tarlo del sospet­to su Noemi, la ragazza di Caso­ria che lo chiama «papi», ha iniziato a minare il suo rappor­to con l’opinione pubblica, che aveva toccato il suo picco stori­co nel giorno della festa della Liberazione, quel «76%» di fi­ducia che lo stesso premier aveva definito «imbarazzan­te». Da allora è precipitato nei numeri personali. Una crepa si è aperta soprattutto con l’elet­torato cattolico: per i sondaggi­sti, in meno di un mese, c’è sta­to un crollo di venti punti per­centuali, concentrati sui cre­denti praticanti. E con lui ha preso a calare anche il Pdl. Berlusconi a quel punto ha capito di essere in affanno e do­po aver giocato la competizio­ne con la Lega si è aggrappato a Bossi. Nel Pdl c’è chi contesta le sue ultime sortite, perché non si possono cedere Kakà al Real e il Veneto alla Lega a po­chi giorni dal voto.

La sconfit­ta si fa cocente, paradossal­mente passa in secondo piano il fatto che si sia allargata la for­bice con il Pd. Resta la botta. È tutto da vedere se cambie­rà la strategia del Cavaliere, è certo che già prima delle urne il premier si era preparato a ri­solvere i casi politici aperti, riannodando i rapporti con il governatore siciliano Lombar­do e anticipando di voler lascia­re a un leghista la candidatura in Veneto alle prossime regio­nali. Berlusconi mirava (e mi­ra) a spegnere i focolai d’incen­dio per garantirsi un percorso parlamentare sicuro sui prov­vedimenti che gli stanno più a cuore, in modo poi da concen­trarsi su un G8 che non sarà fa­cile, vista la freddezza con cui la Casa Bianca tiene i rapporti con l’Europa intera. Immagi­narsi con l’Italia di un Cavalie­re che si è indebolito.

Francesco Verderami
08 giugno 2009

http://www.corriere.it/politica/speciali/2009/elezioni/notizie/voto_cattolici_verderami_ed5d8b0e-53f1-11de-b645-00144f02aabc.shtml

Tag: 25 aprile, dialogo, Europa, G8, intercettazioni, Italia, Liberazione, Lodo Alfano, Napoli, opinione pubblica, PD, PDL, Politica italiana, Sicilia, sondaggi
  • Social

    Abbonati alla newsletter per gli aggionamenti

  • Iscriviti alla newsletter a basso traffico. Riceverai per email gli articoli più importanti
    Email:
    Visit this group
  • Tweets di @GenCarotenuto
  • Google Groups
    Iscriviti alla newsletter a basso traffico. Riceverai per email gli articoli più importanti
    Email:
    Visit this group
  • Facebook

  • I post più condivisi

    • Il lungo cammino delle donne in Argentina, da Eva alle desaparecidas, dalle madri a Cristina all’aborto legale

      Google +1 logo   Twitter logo   Facebook logo
    • “Domani”: Per i falsi positivi della Colombia ora Uribe deve rispondere

      Google +1 logo   Twitter logo   Facebook logo
    • State con Primo Levi o Carlo Stagnaro? Della lettera all’Espresso per Pinelli e dell’eterno odio per l’intellettuale engagé

      Google +1 logo   Twitter logo   Facebook logo
    • “Domani”: Processo Condor. La Cassazione dà giustizia ai desaparecidos dell’America Latina

      Google +1 logo   Twitter logo   Facebook logo
    • A Kabul finisce la jihad occidentalista; quelle donne abbandonate dagli USA ai talebani spiegano i nostri tempi

      Google +1 logo   Twitter logo   Facebook logo
    • “Domani”: Il declino dell’esportazione della democrazia e le responsabilità di Biden

      Google +1 logo   Twitter logo   Facebook logo
    • In Messico il dialogo sul Venezuela va avanti

      Google +1 logo   Twitter logo   Facebook logo
    • Lula in Brasile, il campione del Novecento all’ultima battaglia

      Google +1 logo   Twitter logo   Facebook logo
    • La città di Napoli, non il Napoli, è bene immateriale di se stessa

      Google +1 logo   Twitter logo   Facebook logo
    • La sentenza su Juventus-Napoli piccona la narrazione nazionale antinapoletana

      Google +1 logo   Twitter logo   Facebook logo
  • I post più condivisi

    • In questa colonna una selezione di minima di alcuni articoli degli ultimi 10 anni.
    • Home
    • Note legali
    • Il Webmaster

    Gennaro Carotenuto © 2025

    Theme by WP Puzzle

    ➤