Seggio latinoamericano all’ONU; un pareggio che è una vittoria

Paolo Maccioni: Come mai sono state ritirate le candidature sia di Venezuela che di Guatemala per il seggio Onu? Da chi, dai due paesi spontaneamente? Preferirei saperlo da te che dal mainstream massmediatico che distorce puntualmente la realtà, specie se latinoamericana.

Gennaro Carotenuto: Caro Paolo, preso atto da una parte l’impossibilità di imporre la candidatura del Guatemala, dall’altra lo stallo di quella venezuelana e poi boliviana, si è arrivati al compromesso su Panama, governata dal centrosinistra di Martín Torrijos, il figlio del grande Omar, fatto ammazzare con ogni probabilità dalla CIA. La mia interpretazione è che la scelta di Panama fotografa un pareggio che è però una vittoria per l’America Latina. Pareggio perché la candidatura venezuelana non è passata, ma grande vittoria perché è stato dimostrato che non è più vero che non si possa muovere foglia senza che gli Stati Uniti vogliano. La sostanza è che fino a 5-6 anni fa la candidatura impresentabile del Guatemala sarebbe passata senza battere ciglio. Oggi non è più così e questo è un trionfo non solo di Chávez e della Rivoluzione bolivariana, ma dell’America Latina tutta. Mi piace riscattare in questo l’atteggiamento dell’Italia, e di Massimo d’Alema, verso il quale sono spesso critico ma che questa volta, proprio con l’astensione, ha contribuito a fotografare questo cambiamento.


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