Biblioteche preistoriche

Michele Fronterre’: Stavo cercando di reperire del materiale per approfondire la conoscenza del villaggio operaio di Crespi sull’Adda. Un esempio di comunità sorta attorno ad uno dei più grandi complessi industriali per la produzione del cotone. L’esperienza dei cotonifici della famiglia Crespi si articola tra la fine del ‘800 e i primi anni del ‘900. […]
Dal momento che è impossibile reperire in libreria alcun testo che parla della comunità di Crespi d’Adda, mi sono recato alla Biblioteca Nazionale di Torino. L’edificio di epoca fascista è coerente, come spesso capita all’arte, con la sostanza. Ahimè mi imbatto in una struttura burocratica inerte come l’Argon. La burocrazia stantia, anacronistica e inefficiente si mostra in mostra in tutta la sua semiotica più demoralizzante. Il nobilitato dei mobili, l’alluminio delle porte di comunicazione, le scale squadrate, i computer più coevi alla macchina di Baggage che ad un pc contemporaneo. Gli impiegati poi, degli esemplari di colletti bianchi probabilmente reduci da decenni di lavaggi in lavatrice assieme ai loro colletti. Dopo aver ricevuto tutta una serie di biglietti/foglietti cartacei, foglietti che  nell’era in cui si digitalizzano anche le emozioni non possono non mancare, dopo avere superato i vari livelli di controllo finisco davanti ad un terminale dove posso finalmente fare la ricerca autonomamente. Non avendo trovato nulla in giacenza presso la Biblioteca sono costretto ad uscire a mani vuote, dopo avere beninteso ripercorso gli step di controllo bolscevichi.

La proposta tecnologica: cablare wi fi tutte le bilioteche; registrare gli utenti informaticamente e memorizzare le informazioni su delle tessere magnetiche; dotare tutti i volumi di tag RFID, tecnologia che permette di far comunicare il volume con un concentratore di informazioni. Le fasi di cosultazione/prestito e rientro del volume in Biblioteca verrebbero gestite quasi senza bisogno di alcun medium umano. La coppia di informazioni posizione del volume, azione svolta dal fruitore in quel momento verrebbe comunicata in tempo reale ad un sistema di gestione centrale.

La proposta di marketing e comunicazione: l’aspetto più importante di quello tecnologico è quello relativo alla comunicazione. Oggi le biblioteche utilizzano un linguaggio di 60 anni fa. La Biblioteca riceve lettori interssati e basta. La Biblioteca oggi non può permettersi questo, di apsettare, deve valicare i propri confini e deve andare tra i gioevani soprattutto. Per farlo deve svecchiarsi nelle forme e deve promuoversi. Un pò come è stato con la Poste, l’idea dei colori giallo e blu, l’eliminazione di quegli orrendi infissi separatori tra dipendenti. Bisogna rincorrere gli studenti raggiungendli nelle Università, nelle scuole con messaggi accattivanti, moderni in cui la Biblioteca elenca e seduce con i suoi servizi, che supporta lo studio e la conscenza favorendo quelli che ad esempio non possono permettersi l’acquisto di alcuni libri.
Ecco qualcosa di sinistra che si può fare e che crea lavoro – opportunità – modernizzazione.


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