La lista dei ministri è un’occasione persa

Ricevo e condivido parola per parola. Aggiungerei l’età media di 56 anni (cinquantasei, a quell’età gli operai li rottamano e solo se hanno culo li prepensionano) dell’esecutivo ed il vago sapore littorio del ministero per i “giovani e sport”. Faranno il ‘sabato ulivista’?

Le donne di Usciamo dal silenzio, quelle della grande manifestazione del 14 gennaio a Milano, incontrando l’8 marzo le candidate e i candidati eleggibili dell’Unione avevano detto: ?vigileremo, non firmiamo cambiali in bianco?.

Ancora una volta, sembra di stare nel vuoto, non in Europa.

Avevamo visto e commentato che la fase di elezione delle cariche istuituzionali aveva cancellato, ignorato l’idea che fosse possibile proporre una donna.

Abbiamo visto, nei momenti di maggiore tensione dentro l’Unione comparire, col solo fine di scompaginare il gioco, candidature femminili non sostenute nemmeno il tempo necessario perché la notizia arrivasse ai media senza smentita.

Ora la lista dei Ministri: la distanza tra la proposta del Governo e l’equa rappresentanza è siderale!

Lo dicono i volti, i numeri e i lineamenti di questo esecutivo: nessun segnale di innovazione e di discontinuità, una rappresentazione pressochè maschile che prefigura un’azione di governo assai lontana dalle nostre aspettative.

Una sottovalutazione o una conferma del clima oscurantista che in questi anni si è costruito sul corpo e sul pensiero delle donne?

Vorremmo che ci venisse evitata qualche nuova affermazione sul grande valore, sulle percentuali o sulle quote, magari tra i sottosegretari.

Perché non dire che sentiamo una profonda umiliazione  non solo rispetto alle promesse fatte, evidentemente non in nome di un progetto politico ma solo alla ricerca del voto delle donne, ma anche rispetto al protagonismo che le donne italiane hanno portato in piazza in questi utimi mesi?

Ancora: pari opportunità sarà l’interpretazione ?moderna? della questione femminile, ennesimo alibi che non affronta il nodo della relazione di potere tra uomini e donne?

A chi si pensa di rispondere istituendo un nuovo Ministero, quello alla famiglia, che ignora da un lato i diritti dei soggetti e dall’altro la pluralità delle relazioni tra le persone? Ma di quale società di parla?

Si è persa una fondamentale occasione ed allora, basta promesse. Abbiamo solo una richiesta che rivolgiamo alle eleggibili incontrate l’8 marzo: quando si eleverà parola? Dove l’indignazione? Come si pensa di darsi forza se la stessa cancellazione delle donne dalla politica non suscita la vostra
reazione?

Milano 17 maggio 2006
Usciamo dal silenzio