Nonostante i molteplici tentativi di boicottaggio del governo di Álvaro Uribe, la guerriglia colombiana in una settimana ha liberato unilateralmente gli ultimi sei sequestrati politici. L’ultimo è l’ex deputato Sigifredo López. Merito della perseveranza delle associazioni per i diritti umani, della Croce Rossa e di Piedad Córdoba, la senatrice che nell’ultimo anno ha lavorato in sinergia con i governi integrazionisti latinoamericani ed in particolare con quello di Hugo Chávez al quale lo stesso López ha riconosciuto i meriti per la pace.
Quella di Sigifredo López, che porta un messaggio del nuovo capo delle FARC, Alfonso Cano, il contenuto del quale non è stato rilevato, è l’ultima di sei liberazioni promesse dalle FARC lo scorso 21 dicembre. Nelle poche dichiarazioni rilasciate l’ex sequestrato ha rilanciato una volta di più l’urgenza dello scambio umanitario: “se non cerchiamo spazi di scambio democratico, l’intero paese può esplodere”. Quello di López, che ha ringraziato la Córdoba e le organizzazioni per i diritti umani coinvolte nella sua liberazione, è un discorso che ribalta il paradigma uribista di “guerra al terrorismo” e di chiusura netta a qualunque dialogo con il radicato gruppo guerrigliero. Lo stesso López ha fatto riferimento al concerto latinoamericano ringraziando il presidente venezuelano Hugo Chávez “per la collaborazione molto significativa nel recupero della mia libertà e quella dei miei compagni”.
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