Caso Babbini, In attesa di giudizio l’italiano accusato di aver stuprato una bambina in Brasile

Ricevo dall’amico Curt e volentieri pubblico, tre ritagli (ognuno pesa circa 700 kb) tratti dalla cronaca locale della provincia di Forlì del Resto del Carlino del 14, 15 e 17 febbraio.

I ritagli mi sono stati inviati in riferimento all’articolo pubblicato dal Corriere della Sera sull’arresto del cittadino italiano Giuseppe Babbini per violenza sessuale su una bambina di 10 anni pubblicato da me qui. Nella sostanza i tre articoli danno informazioni  sul fatto che Babbini è stato posto in libertà vigilata in Brasile e che nel giro di 10 giorni si deciderà sul rinvio a giudizio. Lo fanno sposando una tesi duramente e puramente innocentista sulla quale non ho motivo di disquisire sul merito ma che appare assolutamente preconcetta e precostituita. Il tono degli articoli è quello tipico del giornalismo locale che sposa l’idea di una comunità del posto sana circondata da un mondo d’insidie. Pertanto tutto il paese, dal parroco al maresciallo dei carabinieri, sta aspettando Babbini per la fine del suo “incubo”. Il problema di 80.000 italiani (al 99% incensurati) che vanno ogni anno a stuprare bambini in Brasile non merita nessun tipo di approfondimento, neanche un piccolo riquadro di contestualizzazione. Non li riguarda. L’unica cosa che interessa gli articolisti (che evidentemente non ne sanno più di noi) è affermare l’incrollabile fede nell’innocenza del loro compaesano. Che può benissimo essere innocente (e ce lo auguriamo perfino), ma non sulla base della semplice scarcerazione in attesa di rinvio a giudizio.

Invito a leggere e a commentare i ritagli (almeno l’ultimo).

Facendo un’informazione un po’ più equilibrata il Diário de Natal parla oggi, 21 febbraio, di due versioni diverse a confronto, della difesa e dell’accusa e che tali resteranno fino alla decisione del giudice: proscioglimento o rinvio a giudizio. Come in tutti i processi. Per il Resto del Carlino esiste solo la versione della difesa e perfino la chiosa è letteraria: “Perché l’importante è fuggire dall’inferno, via dall’incubo di quella cella, stretta e sporca”.