Vaticano sui gay: “non mettete la forca alla gogna”

papa20ratzinger_thumb Una proposta francese all’ONU vuole mettere al bando le persecuzioni degli omosessuali nel mondo. Ma il Vaticano si oppone con un argomento che appare un pretestuoso bizantinismo:

“vorrebbe dire mettere alla gogna i paesi che non riconoscono le unioni gay”.

Ebbene sì, di quello si tratta caro papa Joseph Ratzinger. Di mettere alla gogna i paesi che non rispettano la dichiarazione universale sui diritti della persona.

Di mettere alla gogna la pena di morte. Di mettere alla gogna la tortura. Di mettere alla gogna la discriminazione.

E allora, con dei foschi giri di parole, il Vaticano sceglie di non condannare quei paesi (Mauritania, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Yemen, Sudan, Iran, Afghanistan, Nigeria e Somalia) dove per l’omosessualità è prevista ancora oggi la pena di morte.

Ed è alleato di quei paesi dove per l’omosessualità è previsto l’ergastolo: India, Pakistan, Birmania, Guyana, Sierra Leone, Uganda, Tanzania, Bangladesh, Barbados.

Ed è complice di quei paesi dove l’omosessualità porta ai lavori forzati o a lunghe pene detentive: Guinea Bissau, Angola, Mozambico, Malawi, Malesia, Maldive.

La posizione espressa dalla Chiesa cattolica è così bizantina e immersa nelle proprie fobie che sembra dire che se si comincia col salvare gli omosessuali dalla forca qualcuno poi finirà col pretendere di considerarli persone come tutti gli altri.

Il Vaticano è libero di condannare moralmente l’omosessualità, ma non può evitare di scegliere tra forca e gogna. Scelga tra il bene e il male, visto che è bravissimo a farlo da 2000 anni: è bene o male perseguitare una persona per le proprie inclinazioni sessuali? Tertium non datur.