Sarà per il tricolore, ma il Messico sembra l’Italia dove si assumono 700 portaborse (provando a dargli stipendi da dirigenti) e una delle due camere rifiuta una modesta riduzione del 10% dei faraonici appannaggi.
Mentro Evo Morales in Bolivia si dimezza lo stipendio a 1.300 dollari, il presidente messicano Vicente Fox se l’è aumentato costantemente negli ultimi 5 anni arrivando adesso a 17.000 dollari netti al mese al mese (quasi 25.000 lordi), il 57% in più del suo predecessore, oltre il doppio dell’inflazione registrata in cinque anni ed è pari a 118 volte il salario di un operaio.
Bisogna ammettere che uno stipendio di 300.000 dollari l’anno non è alto per chi come Vicente Fox proviene dal posto di gerente della Coca-Cola, dove probabilmente guadagnava molto di più.
L’aumento di stipendio del presidente è stato una festa per tutta una serie di alti papaveri della burocrazia messicana, perfino più grandi. Segretari di stato, sottosegretari, funzionari di alto bordo, tutti festeggiano aumenti che in qualche caso sfiorano il raddoppio e li portano a superare spesso i 10.000 dollari al mese. E’ un’elite burocratica di 1.766 persone (ne scrive dettagliatamente la Jornada), tutti di nomina governativa, che costa ai messicani oltre 220 milioni di dollari l’anno.