L’incontinenza del cavaliere e quella della stampa di sinistra che si fa dettare l’agenda da Silvio Berlusconi

3c73_1_sbl Oggi tutti i giornali di sinistra e centro-sinistra, Manifesto, L’Unità, Repubblica (e anche gli altri) aprono con l’incontinenza verbale di Silvio Berlusconi, “Barack Obama abbronzato”. Si costernano, s’indignano, s’ingegnano e poi ovviamente gettano la spugna con gran dignità convinti di avere ragione.

E invece no. Hanno torto.

Perché ancora una volta si sono fatti dettare la prima pagina da Berlusconi. Perché si sono abbassati una volta di più al registro buffonesco di Berlusconi invece di obbligarlo ad alzarlo quel registro (pare facile).

Perché potevano aprire su di un altro grande tema, per esempio la macchina indietro (ma aspetto di leggere il testo per un giudizio più compiuto) del governo con il decreto legge sull’Università, oppure su di un altro grande tema, o (non sia mai!) con un’inchiesta originale.

Perché rispetto alle pur vergognose parole su Obama, hanno offerto il destro a Berlusconi perché l’opinione pubblica sempre più narcotizzata e ignorante non capisca e si domandi “ma in fondo che ha detto di male”, quando invece oramai di corruzione non si parla mai. Ci raccontano che affondare sulla corruzione non serve, perché alla gente non interessa più. Invece interesserebbe affondare sul razzismo? In ogni caso fanno vincere sempre lui che per un terzo è un dio, per un terzo è simpatico e solo per quell’ultimo terzo che se la canta e se la suona è un impresentabile.

Perché (giornalisticamente) non riescono a capire che quando un argomento è stato sviscerato in tutte le sue forme non interessa più a nessuno leggersi la mattina dopo montagne di editoriali, più o meno arguti, brillanti, indignati, come se fossimo ancora al tempo di quando non c’era la tivù e i gol al lunedì li vedevi con le vignette sul giornale.

Aprire con lo stesso tema con il quale chiudono i tiggì della notte è rassicurante per i quotidiani, ma non possono non capire che in questo modo sono solo l’ultima ruota del carro informativo che offre solo l’ennesima rilettura di quello che tutti abbiamo già visto (gratis) in tivù e in Internet.

Quanta pigrizia vedo nell’accettare supinamente di essere quell’ultima ruota del carro eppure pretendersi centrali, spergiurare che senza stampa scritta non c’è libertà di stampa, di espressione e quindi o li compriamo o finisce il mondo.

Se non capiscono che devono tornare a fare giornalismo e non fotocopie, se non capiscono che devono essere loro a dettare l’agenda invece di farsela dettare, per obbligare gli altri media a correr loro dietro e i lettori a comprarli, in questo limbo finiranno per morirci davvero.