Ancora sulla cultura maschilista che condanna Mara Carfagna e assolve Silvio Berlusconi

Stimolato, integro il post di ieri con alcune considerazioni ulteriori.

Le presunta relazione sessuale tra Silvio Berlusconi e Mara Carfagna è un fatto privato che diviene semipubblico solo per il ruolo istituzionale dei due.

Lo scandalizzarsi per tali questioni però comporta uno scandalizzarsi facile, perbenista, che comporta il non scandalizzarsi o scandalizzarsi meno per cose ben più importanti come la scuola o Alitalia fino ad abbassare il livello generale dello scandalo. E’ lo “scandalo percepito”, se si preferisce, opposto alla “sicurezza percepita”, in un contesto dove se tutto è scandalo nulla è scandalo.

Questo, lo scandalo, dovrebbe invece incentrarsi sull’abuso della cosa pubblica e comporta solo come curiosità secondaria fare senatore il proprio cavallo o ministra la propria (presunta) amante.

Se debbo dire la mia trovo meno scandaloso fare ministro la propria amante che fare ministro il proprio recettore (o pagatore) di tangenti.

Ovviamente l’opinione pubblica ha maggiore facilità ad esprimersi su di una storia di letto, che non comporta reati penali, e che quindi oltre il boato o la chiacchiera non può andare, piuttosto che esprimersi su di una cosa complessa che ha rilevanza penale come per esempio il salvataggio dei bancarottieri.

In questo modo però lo scandalo stesso ci viene restituito edulcorato, pruriginoso, un fatto di costume e non più un fatto politico.

Come tale può essere facilmente digerito mentre le cose serie passano in secondo piano o vengono ignorate del tutto. Parlare di Silvio e Mara diviene una maniera per parlar d’altro e dunque di disinformare anche se tutti stiamo credendo di bacchettare l’immoralità del capo del governo e della ministra per le pari opportunità.

Più importante di tutto ciò è notare un altro aspetto con il quale concludo: la condanna morale è tutta contro Mara Carfagna, “la zoccola”, mentre il giudizio è solo ammiccante/assolutorio verso Silvio Berlusconi. Così si esprime una cultura che non è per niente moralizzatrice ma solo deprimentemente maschilita.