Bufala attentato! 88 e 14, ambo secco sulla ruota di Barak Obama

COW_169 I giornali di tutto il mondo, italiani ovviamente in testa, aprono con l’attentato ad Obama. Per carità, come diceva John Belushi nei “Blues Brothers”: “io li odio i nazisti dell’Illinois” ma mi vorrete far credere che i due microcefali della supremazia bianca Daniel Cowart e Paul Schlesselman, 18 e 20 anni, potevano davvero mettere in atto il seguente piano da arancia meccanica?

Questi, scrivono seriosissimamente tutti i giornali, volevano mettersi uno smoking bianco e un cappello a cilindro, entrare in una scuola del Tennessee, prima uccidere 88 afrodiscendenti, quindi decapitarne altri 14 (col cilindro del cappello?) quindi mettersi in macchina e come fossero dei talebani guidare a fari spenti nella notte per vedere se è così facile uccidere Barak Obama, che nel frattempo ovviamente non stava mica nel Tennessee ma chissà dove.

Intanto, dalle carte, si legge che non erano stati neanche capaci di fare una rapina. Intanto, per chi si appassiona di numeri del lotto, 88 vorrebbe dire Heil Hitler e 14 chissà perché “Dobbiamo assicurare l’esistenza del nostro popolo e un futuro per i bambini bianchi”. Viene in mente Fausto Leali, “pittore ti voglio parlare…”. Una cretinata del genere, perché per qualcuno al numero 14 potrebbe corrispondere la ricetta della parmigiana di melanzane, viene dettagliatamente riportata da tutti i giornali. Misteri del grande giornalismo e comunque, nel dubbio, l’intera smorfia napoletana la trovate qui.

Insomma, fantasie di due deficienti estremisti (e quindi notizia marginale), più che un concreto piano criminale (e quindi notizia importante), ma abbastanza per fare impazzire le redazioni dei giornali che si scandalizzano punto quando razzisti veri ammazzano negri veri, ma quando si tratta di elezioni statunitensi fibrillano ad ogni zogbire di fronde. Ciò non vuol dire che il fondamentalismo protestante e razzista non sia un pericolo (chiedetelo agli iracheni), ma insomma far passare per un vero complotto questa barzelletta in smoking bianco e cappello a cilindro, è l’ennesima dimostrazione di come nelle redazioni nessuno pensi più con la propria testa.