I politici tremano ma probabilmente stanno già per passare al contrattacco. La magistratura non farà la campagna elettorale, la nuova Mani Pulite non ci sarà e questo paese continuerà ad affondare nell’ignominia della propria classe dirigente.
Clementina Forleo ha già dimostrato di essere una magistrata coraggiosa ma gli omissis dei nomi dei politici non reggeranno. Mentre già si fa il nome di un Ministro, Roberto Calderoli della Lega Nord, come destinatario dei “favori” di Fiorani, è chiaro che il caso Fiorani è già il sintomo del bubbone italiano che proprio per la vittoria della politica sulla magistratura alla metà del decennio scorso ha reso pressocché totale il sistema d’impunità.
Lo sciacallo Fiorani, che rubava i soldi ai morti, e non l’avesse fatto coi guanti bianchi e il doppio petto ci sarebbe stato per lui il fucilamento sul posto, faceva affari con tutti ed era da tutti coperto. I “furbetti del quartierino”, ancora scalano, dalla Banca Antonveneta al “Corriere della Sera” e probabilmente in questo momento pensano che questo è solo un incidente di percorso da lasciarsi alle spalle.
Dopo Tanzi, Cragnotti, ecco dunque un altro di superprotetto dalle elite di questo paese sorpreso a rubare materialmente dalle tasche dei piccoli risparmiatori.
Una rete ancora attiva di politici e finanzieri lo proteggeva, scrive la Forleo. Nella grassa provincia lombarda, da Lodi a Crema a Piazzetta Cuccia, la mafia dei colletti bianchi ha rubato ai morti, spostato illegalmente pacchetti azionari, evaso il fisco, spostato soldi in paradisi fiscali, si è impadronito di banche piccole per rubare ai piccoli azionisti, riciclato denaro sporco e comprato il favore e il silenzio di politici e grandi personaggi con tangenti ed operazioni riservate dai guadagni tanto illeciti come sicuri. Le regole non esistevano per il ragionier Fiorani, perché tanto lui aveva gli appoggi giusti.
Più di tutti ne esce ovviamente indifendibile Antonio Fazio, il governatore indecente, l’uomo della tresca e dei baci e delle telefonate notturne con Fiorani. Le associazioni dei consumatori da anni -scrive la Forleo- denunciavano dettagliatamente e lui sistematicamente archiviava facendo sparire le denunce nel porto delle nebbie di bankitalia.
Con Fazio esce male (ma cadrà come sempre in piedi) l’Opus Dei, l’associazione a delinquere della quale è organico e per la quale ha gestito i favori al Vaticano per anni.
Ma ne esce indifendibile anche il governo, che voleva la grande banca del Nord. Dalla Lega a Forza Italia all’UDC il più pulito ha la rogna, ma anche il centro sinistra ne viene malamento schizzato, con la difesa strenua e prolungata dell’Unipol e dell’altro furbetto del quartierino Consorte. Abete/Rutelli rema contro ma è parte del gioco.
Quando sono tutti colpevoli, è noto, nessuno è colpevole. O forse sarà colpevole solo la giudice coraggiosa, Clementina Forleo. A meno che la società civile non decida di schierarsi e questa volta davvero fare piazza pulita di tutti.
Mani Pulite fu una rivoluzione necessaria ma una rivoluzione tradita. La politica non ha né statura morale né anticorpi per fare pulizia al suo interno.