Gelo e neve

Posso riscaldare casa mia per fortuna. E guardar fuori e ancora entusiasmarmi per tutta questa meraviglia bianca. Mi alzo, desayuno, mi metto: una calzamaglia, una tuta sotto; una maglietta, una maglione a collo alto, una maglia di lana, un paille (si scrive così?), un kway, guanti e cappello di lana, radio3 con Prima Pagina e vado a correre. Sette e un quarto di mattina. C’è una lastra di ghiaccio compatta ovunque non ci sia neve fresca. I miei giardini sono chiusi, sepolti letteralmente e allora corro fuori, nella pista esterna, completamente ghiacciata. Sento il cuore fare pum pum pum e il fiato fumarmi via dalla bocca. A volte mi sento vivo perfino in Europa.