L’Unità di Giustizia e Pace della Corte Generale della Colombia ha pubblicato il rapporto sui crimini confessati dai paramilitari nell’ambito del piano di smobilitazione voluto dall’ex presidente Álvaro Uribe. Quelli che presentiamo, va detto subito, sono dati provenienti dall’estrema destra colombiana che, in pratica, se la canta e se la suona e sono una parte di un tutto non esente da fallacie di varia natura.
Ma sono ugualmente interessanti e offrono una concreta possibilità di farsi un’idea della guerra negata condotta da apparati dello stato soprattutto contro la popolazione contadina colombiana in un processo di smobilitazione delle AUC (Autodefensas Unidas de Colombia, paramilitari narcotrafficanti di estrema destra) voluto dall’ex presidente colombiano Álvaro Uribe, alleato se non parte delle stesse.
Ebbene tra il 2005 e il 2012 i paramilitari smobilitati, si sono scaricati la coscienza confessando 25.757 omicidi e 1.046 massacri di civili. In totale sono stati confessati, secondo le aride cifre ufficiali 39.546 delitti che hanno coinvolto 51.906 vittime, e sono state ritrovate quasi 4.000 fosse comuni, restituendo ai familiari quasi 2.000 resti di vittime identificate. La lista dei crimini confessati, in cambio di amplissimi sconti di pena in processi di là da venire, hanno coinvolto 13.000 funzionari dello stato tra poliziotti, impiegati, politici, e sono stati chiariti i casi di 3.500 desaparecidos, 773 torturati e un centinaio di stupri.
Se questa gamba della politica uribista ha fatto emergere una parte almeno del terrorismo di stato colombiano la parte della giustizia non ha ancora fatto il proprio corso. Appena 14 sono le sentenze emesse e 128 i processi iniziati con un migliaio di rinvii a giudizio. Inoltre almeno 345 paramilitari sono stati esclusi dai benefici di legge o perché ancora attivi o perché non hanno fornito confessioni credibili o parziali.
I dati qui forniti sono una parte infima del tutto e non arrivano a toccare neanche il 10% dei crimini commessi dai paramilitari in Colombia. Resta da ricordare che questi dati confermano quello che in questo sito (e non solo, ovviamente) è stato scritto per anni: non solo alla guerriglia delle FARC è attribuibile non più del 3% dei delitti commessi in Colombia in decenni di conflitto (che chi scrive ha sempre denunciato, contestualizzandolo). Ma queste ultime sono una conseguenza e non la causa della violenza in Colombia che va cercata nell’ingiustizia estrema e nella brutalità senza limiti dei paramilitari che hanno espulso milioni di piccoli produttori dalle loro terre per aprire spazio all’agroindustria da un lato e al narcotraffico dall’altro in quella che è stata per decenni una guerra per la terra condotta contro la popolazione civile. Infine i grandi media, anche gli italiani, che in questi anni hanno descritto le FARC come un’organizzazione terrorista e uno dei più grandi pericoli per l’umanità erano in perfetta e assoluta malafede e pertanto non troverete traccia di questa notizia sui nostri giornali.