Nel giorno della fine del mondo 40.000 Maya sfilano col passamontagna zapatista

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«Lo sentite? È il suono del loro mondo che sta crollando. E il nostro sta risorgendo». Con la più grande manifestazione da molti anni, nel giorno nel quale il mondo parla degli antichi Maya, i Maya di oggi scendono in piazza con il passamontagna zapatista occupando in 40.000, per alcune ore il centro di cinque città del Chiapas, Ocosingo, San Cristóbal de las Casas, Palenque, Altamirano e Las Margaritas.

Gli zapatisti, che appartengono ai popoli maya (soprattutto tzeltales, tzotziles, choles, tojolabales e mam) sono sfilati in completo silenzio a pochi giorni dal diciannovesimo anniversario dal sollevamento zapatista del primo gennaio 1994 e nel quindicesimo anniversario del massacro di Acteal, quando 45 indigeni furono massacrati, e sul quale resta l’impunità. È presto per dire se si tratta di un vero ritorno sulla scena degli zapatisti, che negli ultimi anni, dopo il fallimento della «otra campaña», si erano sempre più isolati in poche comunità remote della selva Lacandona, ma di sicuro la manifestazione di ieri è un segnale nuovo da seguire.

Attraverso Enlace zapatista, è stato diffuso un messaggio dell’EZLN, che fa riferimento indiretto alla presunta fine del mondo, firmato “subcomandante Marcos”, nel quale tra l’altro si legge: «lo sentite? È il suono del loro mondo che sta crollando. E il nostro sta risorgendo».