Uruguay: depenalizzata l’interruzione di gravidanza

Momento storico per i movimenti delle donne in Uruguay. Ieri, lunedì, il presidente Pepe Mujica ha ratificato la legge che depenalizza l’aborto in strutture pubbliche fino alla dodicesima settimana.

Una legge analoga era stata bloccata nel 2008 dal veto del predecessore di Mujica, Tabaré Vázquez. E sta per toccare alla mariuhana.

In America latina l’aborto è tradizionalmente proibito con l’eccezione di Cuba e della Guyana e, dal 2007, del distretto federale di Città del Messico. Leggi in merito sono in discussione in Argentina e in Brasile, senza possibilità di arrivare in porto in tempi brevi. In vari paesi, tra i quali il Venezuela e l’Ecuador (dove la penalizzazione è molto limitata) è garantita la pillola del giorno dopo.

Il corpo delle donne è però un campo di battaglia permanente in America latina e in alcuni paesi le sanzioni contro l’aborto sono state indurite negli ultimi anni. Proprio sull’aborto nello scorso decennio si è sancita in Nicaragua l’alleanza tra sandinismo e chiesa cattolica che ha permesso agli arcinemici di superare le differenze e ai sandinisti di tornare al potere sulla pelle delle donne. Oggi nel paese di Sandino vanno in carcere anche le minorenni stuprate.

Anche in paesi come il Cile non sono previste eccezioni neanche per l’immediato pericolo di vita della donna. In alcuni stati messicani, come rappresaglia alla depenalizzazione di Città del Messico del 2007, negli ultimi anni sono state comminate pene detentive fino a 30 anni a madri povere, indigene, analfabete e non in condizione di difendersi legalmente.

L’Uruguay, con la sua tradizionale laicità rigidissima, superiore per molti versi a quella della stessa Francia, fu tra i primi al mondo ad introdurre il divorzio e le otto ore di lavoro. Da ieri l’interruzione di gravidanza sarà garantita in strutture pubbliche dopo un colloquio preliminare. Dopo il colloquio la donna deve attendere cinque giorni prima di tornare nella struttura pubblica per la materiale interruzione della gravidanza.

In questi giorni il paese australe fa parlare anche per l’imminente trasformazione del consumo della marihuana in un monopolio di Stato, primo esperimento al mondo in tal senso.