Revisionismo storico: viva Forlani!

In Argentina si dice che “cada tiempo pasado fue mejor”, “tutto il tempo passato è stato migliore”. Ma che il web -in merito alla mancata sospensione della sfilata del 2 giugno- arrivasse a rimpiangere perfino il coniglio mannaro Arnaldo Forlani, il tenebroso membro del CAF che per pochi voti non diventò presidente della repubblica col preciso disegno di fermare il ciclone di “mani pulite” è proprio un segno dei tempi.

Ben inteso tutte le cinghie possono essere tirate, a partire da quella della parata militare. Come scriveva Lelio Basso nel 1976, ripescato dalla Federazione della Sinistra: “Sono personalmente grato al ministro Forlani per avere deciso la sospensione della parata militare del 2 giugno, e naturalmente mi auguro che la sospensione diventi una soppressione. Non avevo mai capito, infatti, perché si dovesse celebrare la festa nazionale del 2 giugno con una parata militare. Che lo si facesse per la festa nazionale del 4 novembre aveva ancora un senso: il 4 novembre era la data di una battaglia che aveva chiuso vittoriosamente la prima guerra mondiale. Ma il 2 giugno fu una vittoria politica, la vittoria della coscienza civile e democratica del popolo sulle forze monarchiche e sui loro alleati: il clericalismo, il fascismo, la classe privilegiata. Perché avrebbe dovuto il popolo riconoscersi in quella sfilata di uomini armati e di mezzi militari che non avevano nulla di popolare e costituivano anzi un corpo separato, in netta contrapposizione con lo spirito della democrazia?”

E’ una retorica patriottarda conservatrice quella che informa la sfilata militare come centro delle celebrazioni del due giugno, su questo non ci piove, e dovremmo interrogarci sulla temperie del paese che l’ha restaurata (anche per rispondere, magari sbagliando, alla viltà eversiva leghista) ma cari compatrioti, risparmiateci l’elogio di Arnaldo Forlani!