Walter Veltroni ce l’ha con Gennaro Carotenuto per Calearo

Veltroni

L’onorevole Walter Veltroni non sa usare Twitter. I suoi Tweet vanno letti dal basso verso l’alto come un comunicato stampa spezzettato all’incontrario (cfr. immagine). Non è così che si usa il medium ma, essendo considerato ancora un giovinotto della politica (come D’Alema e Rutelli), ha tempo per imparare e comunque la cosa non è gravissima. Stamane ho chiamato Walter Veltroni in causa per le squallide parole di Massimo Calearo (che Simone Incontro ha definito ammirevolmente “uno Scilipoti con i soldi”) che ho riassunto qui. Ho pubblicato un hashtag in Twitter: #veltroniscusatipercalearo perché ritengo che Calearo sia una responsabilità gravissima di Veltroni che si è a lungo vantato di averlo inventato come capolista del PD in Veneto e portato in parlamento.

Chi scrive, come elettore di centrosinistra, ha il diritto di ritenere responsabile il capo del centro-sinistra del 2008 di chi (attraverso una legge elettorale infame) abbiamo mandato in parlamento. A dire il vero il mio hashtag non ha avuto particolar successo. Solo una decina dei miei circa 5.000 amici in twitter l’ha girato ai loro. La cosa sembrava morta lì fino a quando il Corriere della Sera non ha deciso di chiamarmi in causa con un pezzo (per nulla imperdibile) sulle reazioni alle dichiarazioni spregevoli di Calearo. Il pezzo intero può essere letto qui mentre il paragrafo che mi riguarda è quel che segue:

SCATENATI SU TWITTER – Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, esponente di punta del Pd, definisce Calearo «opportunista, egoista e senza ideali». Sempre in area Pd Ivan Scalfarotto scrive: «Schiacciare un bottone in Parlamento è usurante, chissà se lavorasse in fonderia». Cinguetta anche l’editorialista del Corriere della Sera Antonio Polito, che propone una «sanzione disciplinare» nei confronti di Calearo «perché non può finire a tarallucci e vino». L’europarlamentare Debora Serracchiani auspica semplicemente «mai più gente così tra i nostri candidati». Bufera anche su Walter Veltroni: «Chiedi scusa per averlo candidato», cinguetta il giornalista Gennaro Carotenuto, che ha coniato anche l’hashtag #veltroniscusatipercalearo, mentre un altro utente si è chiesto: «Ma Veltroni non doveva andare in Africa?» e ancora ha ringraziato Calearo perché riuscirà «a riportare #Veltroni nella top hashtag. Ma – ha puntualizzato – questo non significa volerlo di nuovo alla guida del Pd».

bennatoA quel punto Veltroni ha preso carta e penna (probabilmente letteralmente) e ha risposto, come si legge (con fatica) nell’immagine, con ben sei Tweet. A questo punto io, che non sono l’imperatore, mi vedo costretto per elementare cortesia a replicare all’onorevole Veltroni:

Gentilissimo Onorevole Veltroni,

prendo atto che per lei l’onorevole Calearo sia un tipo orrendo che dice cose orrende. A me sembrava un tipo orrendo anche nel 2008 ma immagino che lei fosse più indaffarato di me per soffermarsi sui dettagli inequivocabili che testimoniavano che Calearo non avesse nulla a che fare col centrosinistra.

Prendo anche atto che mentre per Calearo fa una chiamata di correo al suo partito, che l’avrebbe accettato all’unanimità la sua proposta, altri candidati ben peggiori sarebbero invece stati curiosamente decisi a dispetto del segretario e candidato premier. Quindi, se capisco bene: per i pessimi candidati proposti da lei, la responsabilità è di tutti, mentre per i pessimi candidati proposti da altri, lei non ha responsabilità. A me sembra di ricordare che Calearo e pochi altri fossero da lei presentati come i migliori prodotti di un centrosinistra che si rinnovava. Peccato che con Calearo si sia rinnovato così tanto da divenire consigliere personale di Silvio Berlusconi.

Poi lei mette nel mazzo politici di centrosinistra corrotti (ahinoi) e il fatto che i precedenti governi di centrosinistra (doppio ahinoi) sarebbero caduti a causa dell’estremismo di alcuni. Ricordo il 1998 e il futuro presidente della camera Bertinotti e posso perfino darle un po’ di ragione. Ma vuol forse dire che nel 2008 il presidente Prodi cadde per l’estremismo di non aver dato al guardasigilli Mastella tutto quello che pretendeva? E soprattutto cosa c’entrano Bertinotti e Mastella con l’orribile Calearo? Il suo arrampicarsi sugli specchi, onorevole Veltroni, è espressione di un infantilismo politico e personale disarmante.

Chiudo con le sue dimissioni, che a suo dire emenderebbero ogni sua responsabilità. La sua sconfitta elettorale, onorevole Veltroni, ha condotto il paese a tre anni del più nefasto ed eversivo dei governi possibili in un regime democratico, quello presieduto dal Cavalier Berlusconi. Questo, nel periodo nel quale lei è stato e (ahinoi) continua a rimanere tra i più importanti dirigenti del centrosinistra, ha già fatto perdere al paese 18 anni delle nostre vite (oltre il 10% della sua storia unitaria). Il cosiddetto berlusconismo, ne converrà (?) «non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine». Non aver fermato Berlusconi, signor Veltroni, è una colpa storica che grava su di lei e sui dirigenti (i D’Alema, i Fassino, i Rutelli, i Marini, i Fioroni…) del centrosinistra e resterà il segno di una delle stagioni politiche più tristi della nostra storia.

Concedo che per lei, che porta il trave di una responsabilità storica così grave, Calearo sia una pagliuzza. Ma proprio per questo, Veltroni, le chiedo di sparire, ritirarsi a vita privata, godendo di straordinarie e immeritate prebende. Via lei, via tutti. È l’unica cosa che ancora può fare per questo paese Veltroni. Non c’è neanche bisogno che impari ad usare Twitter.

Gennaro Carotenuto