Esco di rado… XI – Roberto Formigoni e i piagnoni di Malpensa

formigoni Ecco servito (da mò!) un grande argomento per la campagna elettorale incipiente: Roma ladrona ci vuole levare Malpensa.

Salviamo Malpensa con una moratoria come quella di Giuliano Ferrara sull’aborto, strilla il governatore della Lombardia, Robertino Formigoni, quello che trafficando trafficando ha piazzato 43 dei suoi come dirigenti sanitari (su 47)… e spiegatemi quanta differenza c’è con la Calabria. Ma torniamo alla moratoria, sostantivo stra alla moda (io per esempio vorrei una moratoria contro la vendita di Calaiò al Genoa).

Dunque moratoria sulla vendita di Alitalia ai francesi… Ma Alitalia non perdeva un milione e mezzo di Euro al giorno (presumibilmente pagati con i soldi dei contribuenti del Nord che si sa che sono i soli che pagano le tasse)? Non è più urgente risolvere il caso Alitalia?

E allora che moratoria chiede Roberto Formigoni il noto cattoliberista campione della sussidiarietà (che vuol dire privatizzazione degli utili e socializzazione delle perdite)?

Bella compagnia (delle Opere?) quella formigoniana… sul suo carro capiente stanno tutti, dai beceroleghisti alla veterosinistra più statalista che considera salvare l’Alitalia più importante che respingere le SS a Stalingrado. Con loro molti loschi figuri, dai boiardi di stato ai sindacalisti alla Bonanno ai privatizzatori con i soldi pubblici (in Italia non si è mai privatizzato nulla con i soldi privati) per finire a quella squallida banda di privilegiati antisindacali dei dipendenti Alitalia, che guadagnano il doppio per volare la metà che se lavorassero in qualunque altra compagnia di bandiera europea, che invece di scioperare si danno ammalati (LI-CEN-ZIA-RE!) e, come i partiti e la casta politica, vogliono solo continuare a ballare un altro po’ sul Titanic che affonda.

Ma non crede Formigoni nel libero mercato come quarto asset della santissima trinità? Non vogliono AirFrance, e versano una lacrimuccia sul tricolore violato, ma vogliono dare Alitalia ad Airone (pr. Aiuà), oggi unico competitore sulle tratte interne. Ma possibile che nessuno nota che se vincessero le destre e consegnassero Alitalia ad Aiuà (il nobile pennuto è innocente) questo sarebbe il nuovo monopolista, ancorché privato? E sarebbe questo il credere nella concorrenza? Passare da un monopolio pubblico a un monopolio privato? Balle, balle, balle, il piangi e fotti leghista di sempre. Nient’altro.

Romano mi manchi. Non so perché, ma mi manchi!