José Albano Pérez Bautista, 24 anni, borsista post-laurea in chimica organica all’importante CSIC di Madrid, aveva tutte le competenze per mettere in pratica il suo piano criminale per il quale è ora in carcere: fare una strage tra quanti osano protestare contro la multimilionaria visita di Benedetto XVI in Spagna per la Giornata mondiale della gioventù (JMJ la sigla in spagnolo).
Pérez Bautista si era fatto notare in alcuni siti ultracattolici e ultraconservatori e, quando è stata effettuata la perquisizione a casa sua, sono stati trovati materiali definiti “delicati” dagli inquirenti sulla possibile preparazione di esplosivi.
Per l’attentato contro i critici della JMJ Pérez Bautista, laureato in chimica a Puebla, in Messico, avrebbe contato di usare il gas sarin, lo stesso che nel 1995 i terroristi di Aum Shinriky usarono per gli attentati nella metropolitana di Tokio, in Giappone, che causarono 12 morti. Particolare ancora più “notiziabile”: Pérez Bautista era un volontario dell’organizzazione della “giornata mondiale della gioventù” ed è stato arrestato proprio nei locali di tali volontari. Rischia fino a 14 anni di carcere.
Centinaia di associazioni, riconducibili soprattutto al movimento degli “indignati”, stanno protestando in Spagna per le spese che lo Stato spagnolo ha destinato all’evento, superiori ai 50 milioni di Euro, in un paese che viaggia verso i 5 milioni di disoccupati e che ha tassi di disoccupazione giovanile intorno al 40%.
La notizia di un possibile nuovo Anders Breivik, il fondamentalista protestante norvegese autore della strage di Utoya lo scorso 22 luglio, ha avuto rilevanza in Spagna e nel resto del mondo ma è stata quasi completamente ignorata dai media italiani, nella malriposta convinzione che il terrorismo, le bombe, non facciano male indipendentemente dal colore e dalla religione ma siano buone a creare allarme sociale e consenso politico solo a senso unico.