Attenzione alla notizia del giorno. La corazzata difensiva di un potente della terra, l’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn, sembra aver trovato qualcosa, qualunque cosa, contro la cameriera africana che lo accusa di stupro. Aveva amicizie equivoche? Aveva confessato a qualcuno che da questa brutta storia sperava di avere un tornaconto?
Quello che per un potente è lecito (i nostri politici rivendicano il diritto di frequentare personaggi equivoci –perfino Lele Mora- e il ricavare profitti da qualunque caso della vita è per alcuni l’architrave della nostra società) per una cameriera africana è un colpo esiziale alla credibilità.
Ma il sottotesto è quello che i media non dicono: non siamo di fronte alle prove che trasformerebbero la vittima in carnefice e il carnefice in vittima, ammesso e non concesso che tra il principe francese e la cenerentola africana possa esserci un rapporto liberamente desiderato.
Siamo –più semplicemente e crudelmente – di fronte ad una strategia difensiva favorita dall’enorme disparità di classe, di cultura e di mezzi economici. Per Dominique Strauss-Kahn 100.000 dollari sono l’appannaggio di pochi giorni e una frazione delle spese legali che è disposto a pagare per uscirne bene. Per la cameriera ghanese sono il benessere massimo che possa sognare.
Ti conviene patteggiare, sporca negra, è meglio per te.