Della legislatura 2001-2006 alcuni di noi dicevano “almeno un paio di cose buone Berlusconi le ha fatte: la legge sul fumo nei locali pubblici e la patente a punti”.
Nel secondo caso, posso testimoniare che non è vero.
Circa un anno fa sono stato pizzicato dall’auto-velox ad andare a 121 all’ora in una superstrada dove il limite è 110. Se fossi andato a 119 sarei stato in regola per i 10 km/h di tolleranza. Mi arriva la contravvenzione a casa (180 Euro e cinque punti sulla patente) con un foglio per l’autocertificazione di chi è alla guida. Qualcuno mi consiglia di sfruttare la patente di qualche anziano conoscente per risparmiare almeno i punti ma un po’ per la fissazione legalitaria che credo di testimoniare in un paese dove quasi tutti cercano sempre scappatoie e un po’ per il fatto che i punti li avevo tutti, rifiuto sdegnosamente il consiglio. E pago.
E sbaglio. Anzi, sbaglio due volte, perché il foglio dell’autocertificazione rimane nel fondo di un cassetto. Colpa mia, perché avrei dovuto leggerlo attentamente. Passano alcuni mesi e mi arriva una seconda contravvenzione, questa volta di 270 Euro. Azz! Solo dopo aver contattato il comanda del comune dove avevo commesso l’infrazione capisco il motivo di quell’ulteriore salasso. L’autocertificazione era stata facoltativa solo per un breve periodo nel quale, quando il governo Berlusconi si faceva bello dell’inflessibilità della patente a punti. Quindi con molta meno pubblicità è diventata obbligatoria. Perché? Per vanificare gli effetti della legge e permettere a chi viola ripetutamente il codice della strada di continuare a violarlo a pagamento.
Ho scoperto infatti che circa il 30% di chi prende una multa sceglie deliberatamente di non presentare l’autocertificazione proprio per incappare nella seconda sanzione che libera dal perdere i punti sulla patente. In pratica: il 30% delle automobili in eccesso di velocità non sono guidate da nessuno e chi non presenta l’autocertificazione semplicemente si ricompra dallo Stato i punti persi e anche se commettesse innumerevoli volte la stessa violazione non gli sarebbe mai ritirata la patente. In questo squallido paese allo Stato (o ai comuni) non importa nulla di far rispettare il codice ed eventualmente salvare vite umane. Importa trovare una scappatoia con gli amici degli amici rendendosi complice di questi.
Ho ripensato a questa cosa quando ho sentito che la Lega Nord vuole portare il limite in autostrada a 150. Come sempre i media tergiversano perché in realtà quello che sta passando è molto più grave ed è la quasi abolizione del limite di velocità in autostrada. Potrei anche essere agnostico sul limite a 150 (ma se lo sponsorizza quel criminale evasore fiscale di Valentino Rossi –in galera delinquente!- allora sono automaticamente contrario) ma leggendo fra le righe la proposta è ben più scellerata.
Infatti la proposta degli inflessibili (con gli immigrati) leghisti comporta -chissà perché- la flessibilità di un giunco rispetto ai violentatori del limite di velocità. Infatti ben più grave dell’aumentare il limite c’è il ridurre radicalmente le sanzioni per chi supera fino a 40 km/h il limite stesso. In pratica si potrà andare a 189 all’ora (una bomba) in autostrada ed essere multati di appena 155 Euro e vedersi decurtata la patente di appena 3 punti (o in alternativa ricomprarseli). Per una volta mi piacerebbe veder copiare gli statunitensi con gli elicotteri atterrare sul tetto di chi sfalla di 10 miglia e con l’ergastolo alla terza volta che commetti lo stesso reato. Fantasie… e forse meno male.
Mi viene però il dubbio che anche questa sia una legge ad personam. Qualche parlamentare leghista (per esempio il ministro Zaia, pizzicato a 193 all’ora tempo fa) da oggi potrà portare il SUV che consuma come un jet da Treviso a Roma (560 km) in tre ore nette senza perdere punti sulla patente nel disprezzo più totale delle “vite degli altri”, dell’ambiente, di tutto.
Una volta di più questo paese (tutto) mi sembra irredimibile e provo una pena senza limite.