I nazisti secondo Buttiglione

Non ripubblico volentieri articoli altrui, ma faccio un’eccezione per questo Buongiorno MAGISTRALE di Massimo Gramellini su La Stampa di oggi. Credo che stamane per la strada, leggendolo, con difficoltà abbia trattenuto gridolini di giubilo che rasentavano l’orgasmo. Una volta arrivato nella Facoltà dove insegno mi sono precipitato alla fotocopiatrice e l’ho volantinato e appiccicato dappertutto. Poi sono andato a far lezione decisamente più rilassato. Grazie Gramellini!

I nazisti secondo Buttiglione, di Massimo Gramellini

Le parole, non ammazzateci le parole. Un sito che si definisce «della famiglia italiana» riporta un’intervista a Buttiglione, nella quale il noto intellettuale cattolico imprestato alla politica (a tasso zero) dichiara testualmente: «I politici di sinistra si stanno comportando oggi con i cristiani come i nazisti fecero con gli ebrei. Il meccanismo è lo stesso: cercano un capro espiatorio per scaricare le loro frustrazioni». Ora, che il meccanismo sia lo stesso è un’opinione, per quanto discutibile. Ma che mangiapreti e nazisti siano sinonimi, e cardinali della Cei e vittime di Auschwitz pure, è una bestemmia. Più grave di quella ascoltata sul palco rosso del Primo Maggio e non soltanto perché a pronunciarla è un uomo di cultura. Le parole hanno un peso, talvolta un senso. Non sono bolle di sapone da far scoppiare in faccia all’interlocutore per puro gusto di stupefazione.

Perché qualcuno possa venire definito «come i nazisti» deve aver attuato uno sterminio di massa. Non una proposta di legge sulle coppie di fatto. Stalin era come i nazisti. Pol Pot era come i nazisti. Non è come i nazisti chi si limita ad avere una concezione della società diversa da quella di Buttiglione. E’ talmente ovvio che mi sento quasi stupido a scriverlo. Ma è meglio non dare più niente per scontato, se persino i professori con sei lauree svuotano il linguaggio di ogni autorità morale. E parole che evocano fantasmi terribili diventano gargarismi di uso comune, da gettare in pasto alla polemica per alimentare un clima di crociata che la stragrande maggioranza di laici e cattolici si ostina, per fortuna, a non condividere.