Solidarietà con Casablanca, Scricciolo e Micromega

Ricevo e volentieri pubblico queste tre richieste di Alessio di Florio, Luigino Scricciolo e Carlo Parisi. Mi scuso cumulativamente per tutti i ‘dialoghi’ in arretrato.

Alessio Di Florio: Domenica scorsa ignoti sono penetrati nella redazione del mensile antimafia catanese Casablanca, trafugando un computer. Il danno per una redazione autogestita è rilevante. Preoccupa poi la modalità del gesto, senza scasso o infrazione, come “se avessero le chiavi” (così hanno dichiarato alcuni redattori). Si teme, considerando anche alcuni episodi di cronaca degli ultimi mesi e la portata di alcune inchieste pubblicate in questi mesi, che il furto sia stato un atto intimidatorio.
Esprimiamo solidarietà alla redazione di Casablanca inviando email all’indirizzo [email protected] o sostenendolo con un abbonamento, che è possibile richiedere scrivendo a:
Grazia Rapisarda – Casablanca – via Caronda 412, 95128 Catania
Il comunicato stampa di PeaceLink

Step1, testata online della Facoltà di Lingue e Letteratura Italiana di Catania

Allarmante furto nella sede di Casablanca(Isola Possibile)

Dopo l’omicidio di Pippo Fava non ci arrendemmo(di Riccardo Orioles)

Bentornata Casablanca(di Umberto Santino)

Storia di un impegno civile antimafia(di Graziella Proto)

Luigino Scricciolo: mi chiamo Luigino Scricciolo, autore de il Diario “20 anni in attesa di giustizia”, pubblicato dalle Editrice Memori, nel quale ripercorro la mia vicenda umana e giudiziaria. All’inizio degli anni ’80 fui arrestato con accuse terribili (partecipazione esterna al terrorismo, tentativo di spionaggio, ecc.) mentre ricoprivo la carica di Responsabile esteri della Uil.
La mia esperienza politica, maturata prima nel Movimento poi in Democrazia Proletaria, era fondata sul ripudio della violenza, sulla solidarietà, sulla difesa dei diritti umani ovunque calpestati. Fui, tra l’altro, l’organizzatore politico del viaggio di Lech Walesa in Italia. Ma tutto ciò non fu sufficiente ad allontanare da me mandati di cattura, carcerazione ed istruttoria con il vecchio rito.
La mia vicenda giudiziaria ebbe grande risalto nella stampa e non poteva essere diversamente per le accuse ed il ruolo svolto nel Sindacato. Naturalmente la mia detenzione (oltre 2 anni in isolamento) mi impediva di far sentire le mie ragioni e riequilibrare l’informazione. Poi dopo un altro anno agli arresti domiciliari, lentamente ed inesorabilmente il mio caso finì nell’oblìo.
Quando dopo oltre 20 anni, la Procura di Roma chiuse la istruttoria, fui prosciolto da tutte le accuse. Il proscioglimento in istruttoria chiudeva il “caso Scricciolo” ma nessuno ne diede notizia. Ed era in qualche modo naturale. Il mio arresto fu una notizia, il mio proscioglimento in istruttoria era una non-notizia: da pubblicista iscritto all’Albo da oltre 30 anni, comprendo e me ne faccio una ragione. Questo mio Diario vuole essere occasione per ricordare la mia vicenda e la sua positiva conclusione. E per rivendicare quella verità che a lungo è stata negata.

Carlo Parisi: Micromega ha avviato una raccolta di firme in sostegno di un appello contro le ingerenze della Chiesa cattolica. Se lo condivide e se lo ritiene opportuno, potrebbe contribuire col suo blog alla diffusione dell’iniziativa.


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