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Lettera (e risposta) a Giulietto Chiesa

Caro Giulietto,

leggo con sorpresa una lettera di tale Francesco Tronci sia sul tuo sito che su Megachip, con annessa risposta [1] non firmata e quindi che presumo tua. Senza aver letto nulla di mio, lo dichiari, prendi per buona la versione data da questa persona e mi lanci una serie di accuse gravi che essendo evidentemente generiche non mi colpiscono ma mi obbligano a una richiesta di rettifica.

Devo infatti dedurre che se ti inviassi una lettera nella quale scrivessi “Chiesa è delirante”, “Chiesa è in malafede”, “Chiesa è fuori di testa”,“Chiesa è complice”, Chiesa è ridicolo” e tu non la pubblicassi sul TUO sito personale, io avrei buon diritto a concludere “Giulietto Chiesa, agente del Mossad, censura”.

E’ indispensabile quindi vista la tua pubblica replica, chiarire brevemente un paio di dettagli.

Nell’ultimo mese ho vissuto con angoscia e indignazione, come milioni di altre persone, il terrorismo di Stato israeliano a Gaza. Ne ho scritto sul mio giornale, Brecha di Montevideo, sul quale da 12 anni copro il conflitto israelo-palestinese, essendo ripetutamente (ingiustamente) accusato di antisemitismo. Ne ho scritto sul mio sito, pubblicando decine di contributi in merito (alcuni ripresi da Megachip), tra i quali alcuni importanti di Vittorio Arrigoni, e ho denunciato costantemente la disinformazione del mainstream. Tali contributi hanno avuto decine di migliaia di letture che hanno contribuito ad offrire una panoramica alternativa ai media tradizionali degli eventi a Gaza.

Non lo scrivo per “fare merito”, avrei legittimamente avuto diritto di pensarla diversamente. Lo scrivo perché ci sono decine di articoli a dimostrarlo. Il fatto che contemporaneamente alla fermissima condanna del terrorismo di stato israeliano non mi associ al coro di "Viva Hamas" che sale da un frammento dell’opinione pubblica sta causando però un fenomeno degno di nota.

Da settimane infatti ricevo lettere di insulti e di minacce, mi viene dato per questo dell’agente del Mossad, del complice dei crimini israeliani, dell’essere in malafede, dell’essere un infiltrato e potrei continuare.

Almeno due fonti, che non ho motivo né di sottovalutare né di sopravvalutare, mi hanno riferito che nella manifestazione per Gaza a Roma si siano uditi cori contro di me (la cosa, capirai, mi diverte il giusto) nei quali si minaccia di venirmi a prendere a casa.

Vengo al caso della persona che tu hai scelto di pubblicare. Per questa persona io NON dovevo pubblicare un articolo di David Grossman [2] nel quale si invitava al dialogo con Hamas. Avendolo io pubblicato (e lo ripubblicherei domani) ha inviato un articolo nel quale esprime dure critiche e insinuazioni sulla mia buona fede, che io ho sbagliato a pubblicare (proprio per non essere accusato di censurare!).

Ho risposto [3] ma a lui non bastava ancora, pretendeva che pubblicassi sul mio sito personale un testo con espressioni come quelle di cui sopra indirizzate al sottoscritto, "delirante", "in malafede", "ridicolo". Ho deciso che era sufficiente. Non contento si è rivolto a te e chissà a chi altro.

E’ pertanto con molto dispiacere, per la stima che ho per te, che trovo che tu sia caduto in un caso di vandalismo e diffamazione molto comune in Internet, nel quale la reputazione di una persona può essere messa alla berlina travisando fatti e circostanze. Ti prego di tenerne conto e possibilmente rettificare ove d’uopo.
Cordialmente
Gennaro Carotenuto

 

Risposta di Giulietto Chiesa pubblicata sul suo sito [4].

Caro Gennaro,
non c’è modo migliore, mi pare, di rispondere alla tua richiesta di rettifica, che pubblicare la tua rettifica. Non senza ricordare, tuttavia, che io, nella mia risposta al signor Tronci, ho evitato accuratamente di esprimere un giudizio personale. Ho anzi ricordato che trovavo la cosa singolare viste le tue precedenti prese di posizione contro le corrispondenza di Omero Ciai e, in generale verso il quotidiano La Repubblica, che persegue una linea filo-sionista da sempre. E ho anche ricordato che ho spesso pubblicato su Megachip le tue analisi, in evidente segno di condivisione e di stima.
Ho risposto anche dicendo che non avrei letto – e non sarei entrato nel merito – la successione dei documenti che mi venivano inviati, proprio perchè non intendevo pronunciarmi sulla polemica.
E ho colto l’occasione della lettera per una riflessione generale sul "tradimento degli intellettuali".
Evidentemente non è stato sufficientemente  chiaro che la mia riflessione non aveva (e non poteva averlo, visto che non avevo letto i testi inviatimi) un diretto rapporto con te e con il tuo lavoro. Me ne dispiace.

La mia stima nei tuoi confronti rimanendo invariata.

Cordialmente
Giulietto Chiesa