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Clima e ambiente: e se il posto migliore per il petrolio fosse sotto terra?

1602 [1] Mentre al G8 dell’Aquila i grandi della terra raggiungono un accordo sul clima per il 2050, quando saremo tutti morti, un piccolo paese impoverito del Sud America, inverte il teorema per il quale i paesi poveri possono solo vendere materie prime sfruttando allo stremo il loro territorio. Per la nuova Costituzione dell’Ecuador che per la prima volta nella storia riconosce che anche la natura ha dei diritti, il posto migliore dove mettere il petrolio è lasciarlo sottoterra.

In Ecuador la conca amazzonica dello Yasuní è una delle più ricche di petrolio in prospettiva al mondo con quasi un miliardo di barili di petrolio di riserva. Ma è anche uno degli ecosistemi più delicati e importanti del pianeta e inoltre è popolato da indigeni che vedrebbero distrutta per sempre la loro maniera di vivere e le loro terre ancestrali. E allora si stanno domandando se i limitati guadagni dovuti allo sfruttamento di una materia prima non rinnovabile valgono la candela dell’impatto sociale, economico e ambientale di trivellare un’intera regione.

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