Se pure la solidarietà è ad personam

Annalisa Melandri: Caro Gennaro, volevo ringraziarti per aver aderito anche tu, come hanno fatto tanti altri, all’iniziativa di scrivere a Ezio Mauro, ironizzando (cosa ci resta da fare mi chiedo?) su un fatto gravissimo che la dice lunga sullo stato dell’informazione nel nostro paese. Purtroppo come vedi le nostre lettere non sono state pubblicate, anzi stamattina altre 3/4 pagine erano dedicate all’argomento.
Cosa dire, la fidanzata mi sa che fai prima a cercartela da solo, la mia amica Giuditta o si tiene quel mascalzone di suo marito (lo ha denunciato tante volte, ma sai che la giustizia è lentissima, quindi continuerà a prendere botte per un bel po’) o va a finire che la ospiterò a casa mia con i suoi tre figli, Raffaele Mangano si dovrà tenere la compagna e i suoi difetti e Vegekuu (Pensierofilia) la moglie rompiscatole, anche Ros dovrà impegnarsi con le sue proprie risorse a trovarsi un marito da sola.
C’è una frase di Raúl Zibechi nel suo ultimo libro che la dice lunga : “Gli Stati non sono gli strumenti ideali per creare relazioni sociali che producano emancipazione”. Ovviamente lo Stato in questo caso non c’entra nulla, ma i grandi mezzi di informazione, mettendosi al servizio di questo Stato che non accoglie le istanze dei suoi cittadini, quelli comuni, come te, Giuditta, Raffaele e altri, quale ruolo svolge se non quello di disgregatore della società?
Voglio dire che l’unica alternativa possibile a volte rimane la solidarietà, il fare comunità dal “basso” come direbbero gli zapatisti.
Tu fai giustamente riferimento alla vicenda tragica di Franca Rame, ma sai quante donne ci sono che veramente vivono degli inferni senza uscita tra le mura domestiche senza sapere dove andare? e che a volte l’unica soluzione è diventare prigioniere dei centri antiviolenza, mentre il loro marito che le picchiava o che abusava dei loro figli è tranquillamente libero magari occupando ancora la casa coniugale? sfruttate da uno stuolo di avvocati, assistenti sociali, psicologi e via dicendo.
E così accogliendo in casa mia la mia amica, svolgo il ruolo dello Stato che sarebbe quello di dare protezione e sicurezza ai suoi cittadini e il fare questo mi dà potere, pensa se si organizzassero i cittadini fra di loro per sopperire alle carenze dello Stato che potere che avrebbero.
L’informazione, dando voce alla Sig.ra Veronica Lario, al di là del reale motivo politico per cui questo è avvenuto, trasmette un messaggio ben preciso: se non siete nessuno tenetevi le vostre grane e arrangiatevi da soli.solo i potenti hanno voce.
Come al solito, aggiungo io.

Gennaro Carotenuto: Cara Annalisa, credo non si debba confondere il caso Veronica&Silvio con la politica, la cultura, la società civile di questo paese. E’ spettacolo e anche noi ci siamo divertiti un po’. Se von Clausewitz considerava la guerra come la continuazione della politica con altri mezzi, Silvio Berlusconi considera la politica la continuazione dello spettacolo con altri mezzi e sua moglie non sembra essere da meno. Per questo anche chi si sente solidale con Veronica alla quale il marito dedica solo la cena della domenica, farebbe bene a indirizzare la propria solidarietà verso altro. Che ti devo dire, pure la solidarietà è ad personam in questo paese.


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