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Bush e la bomba coreana

Antonio Leone: George W. Bush ha definito «una inaccettabile minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali»l’ esperimento nucleare della Corea del Nord. Ma come può un guerrafondaio come lui fare un’ affermazione del genere?

Gennaro Carotenuto: E’ una buona domanda, meno retorica di quello che appare a prima vista. La guerra fredda ha visto l’equilibrio del terrore evitare la catastrofe atomica e oltre un certo limite perfino limitare la proliferazione. Morta l’URSS, se le potenze nucleari e soprattutto gli Stati Uniti, non avessero minacciato l’uso dell’arma atomica contro molti paesi nemici, forse questi avrebbero potuto fare a meno della bomba. Ma i paesi occidentali hanno dimostrato di non saper fare buon uso di quel monopolio. Oggi la tecnologia nucleare è teoricamente disponibile ad un gran numero di paesi, dall’Egitto al Sudan, dal Giappone alla Corea del Sud. Che costruiscano la bomba o meno -ha sostenuto il direttore dell’AIEA Mohamed ElBaradei- dipende dal "loro senso di sicurezza o di insicurezza".

Un paio d’anni fa -la notizia fu pressocché ignorata dalla stampa europea- si seppe che Margaret Thatcher, per difendere due scogli nell’Atlantico sud chiamati Falkland o Malvine, era così disposta ad utilizzare l’arma nucleare da inviare specificamente armi atomiche per bombardare una città di 12 milioni di abitanti come Buenos Aires. Fortunatamente la dittatura militare argentina perse rovinosamente quella guerra, ma altrimenti la signora di ferro non avrebbe fatto sconti. Il senso di sicurezza che almeno i paesi anglosassoni offrono al resto del mondo prelude ad una nuova proliferazione nucleare.


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