I dubbi risparmi dello spostamento del G8

g8 di Andrea Boitani e Francesco Ramella

La scorsa settimana il Governo ha deciso di spostare la sede del G8 di giugno dall’isola della Maddalena all’Aquila.

Il Presidente del Consiglio ha motivato la sua scelta con il fatto che il trasferimento “permetterà di risparmiare soldi, che potranno essere usati per la ricostruzione” delle aree terremotate.

Tale spiegazione desta qualche perplessità.

Abbiamo chiesto i dati sui costi del G8 alla protezione civile, ma dopo ripetute insistenze abbiamo ricevuto soltanto le due tabelle allegate.  Speriamo che nei prossimi giorni vogliano darci informazioni adeguate per una valutazione dei costi della riunione e del suo spostamento a l’Aquila. Per il momento è comunque possibile svolgere le seguenti considerazioni. Ipotizziamo, per assurdo, che fino ad oggi in Sardegna non sia ancora stato speso un euro. Perché la scelta dell’Aquila dovrebbe consentire risparmi di risorse? Nel capoluogo abruzzese ci sono esigenze edilizie e/o logistiche più limitate rispetto alla Sardegna? Ma, va da sé, mancando meno di due mesi all’evento, una parte significativa dei lavori previsti in Sardegna è già stata avviata. Berlusconi ha assicurato che tutte le opere in cantiere saranno concluse. Quindi, perché vi siano dei risparmi, è necessario che all’Aquila si spenda meno della differenza fra quanto previsto inizialmente per la Maddalena e l’ammontare delle risorse da destinare alle opere già in fase di realizzazione. Ipotizzando, prudenzialmente, che sia in corso di esecuzione il 40% degli interventi previsti, rimarrebbe a disposizione il restante 60%. Poiché, come si può evincere anche dalle disposizioni contenute nel decreto approvato dal Governo il 23 aprile, i lavori che saranno effettuati in Abruzzo comporteranno un maggiore esborso a causa dell’urgenza, e supponendo di utilizzare tutte le risorse stanziate per la Sardegna, si potranno realizzare meno della metà delle opere inizialmente previste. Ma perché vi possano essere degli effettivi risparmi, gli interventi che verranno attuati dovranno essere ancor più essenziali. Quindi, delle due l’una: o i risparmi non ci saranno oppure la cifra inizialmente stanziata era in buona parte ingiustificata. Si può da ultimo sottolineare che, se l’obiettivo principale era quello del contenimento dei costi, la strategia più efficace sarebbe stata quella di tagliare una parte delle opere superflue previste in Sardegna e non ancora completate. Quella dei risparmi è forse una motivazione di copertura per altre, più sostanziose, questioni: per esempio ragioni di sicurezza che il Governo non vuol lasciar trapelare? O semplice desiderio di spettacolarizzare ancora di più il dramma dell’Abruzzo?

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