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L’ex presidente peruviano Alberto Fujimori condannato a 25 anni di carcere

090407142433_fujimori [1] È una sentenza storica. L’ex-presidente peruviano Alberto Fujimori è stato riconosciuto colpevole di violazioni di diritti umani e condannato a 25 anni di carcere.

Nel dettaglio è stato riconosciuto all’unanimità come mandante dei massacri di Barrios Altos e dell’Università La Cantuta, dove gli squadroni della morte assassinarono rispettivamente 15 e 10 persone nei primi anni ‘90 e di aver fatto sequestrare, torturare e assassinare l’imprenditore Samuel Dyer e il giornalista Gustavo Gorritti durante l’auto-colpo di Stato del 5 aprile 1992.

Esultano le organizzazioni per i diritti umani. Per Gabriella Citroni, avvocato di Fedefam e docente di diritto internazionale all’Università di Milano Bicocca, intervistata da Giornalismo partecipativo [2]: “è una sentenza storica perché è giunta alla fine di un regolare, equo e giusto processo, ed è la prova che esiste una sola via per combattere contro il crimine: la giustizia”.

Inoltre i giudici hanno riconosciuto che i fatti per i quali Fujimori è stato condannato facevano parte di un piano di sparizione e assassinio di persone a carico dello Stato, dell’esercito e dei servizi segreti. La difesa del dittatore fondomonetarista ha già annunciato che presenterà appello contro la sentenza.

Alberto Fujimori, 70 anni, era stato estradato in Perù dal Cile nel settembre 2007, paese dove era arrivato volontariamente nel 2005 dal Giappone dove si era rifugiato prima ancora di dimettersi da presidente della Repubblica nel 2000 travolto dallo scandalo di corruzione che aveva coinvolto il suo principale collaboratore Vladimir Montesinos, anch’egli tuttora in carcere.

La sentenza completa: http://e.elcomercio.pe/101/doc/0/0/0/2/1/21922.pdf [3]