Ancora censurati dalla Tunisia, Lettera22, Amisnet e GennaroCarotenuto.it

Nonostante la dittatura fondomonetarista di Ben Alì abbia amnistiato in febbraio i nove ragazzi di Zarzis condannati a pesanti pene detentive per la colpa di avere utilizzato Internet, i siti che avevano denunciato il caso, tra i quali GennaroCarotenuto.it, restano censurati dal paese nordafricano. In particolare, a questo link, pubblicai il mio pezzo uscito su Brecha di Montevideo intitolato “Le mani di Bush su Internet” che denunciava, tra l’altro, il caso di Zarzis e quello del giornalista indipendente Zouhair Yahyaoui, morto nel marzo 2005 per le conseguenze della detenzione nelle galere tunisine.

Riproduco (e mi associo) il comunicato di oggi di Lettera22 sulla persistente censura in Tunisia.

ANCORA OSCURATI IN TUNISIA AMISNET E LETTERA22 19/4/06

Nonostante la liberazione degli internauti da novembre non si possono vedere dal paese maghrebino ne il nostro sito né quello dei colleghi di Amis

Mercoledi’ 19 Aprile 2006

Nonostante sia venutoi meno il motivo del contendere, con la liberazione degli internauti di Zarzis (per i quali AmisNet e Lettera22 avevano promosso una raccolta di firme) i siti web delle due testate risultano ancora oscurati in Tunisia.
I siti di AmisNet e di Lettera22, de Il secolo della rete, Radicali italiani e il sito web dello studioso e politologo Gennaro Carotenuto, vennero oscurati dal regime di Ben Ali in occasione del Wsis, il summit dell’Onu sulla società dell’informazione, tenutisi in Tunisia nel novembre del 2005.
La decisione venne presa dopo che sui primi tre siti italiani era stata pubblicata la raccolta di firme e la richiesta di liberazione e revisione del processo. Il sito dei radicali venne invece oscurato dopo l’adesione all’appello di Marco Cappato e Marco Perduca, delegati del Partito Radicale Transnazionale al summit di Tunisi. Quello di Carotenuto fece la stessa fine sempre in base all’idea di punire chiunque avesse aderito e dato rilievo all’iniziativa.