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Un grosso grasso scandalo di spionaggio greco-statunitense

Dal telefono cellulare dell’allora primo ministro Costas Karamanlis, passando per il ministro della difesa, degli interni, degli esteri, il capo delle forze armate, giù giù fino a politici dell’opposizione, dirigenti sindacali, dirigenti della sinistra tutti venivano spiati da un solo punto coincidente con l’Ambasciata statunitense ad Atene. Il tutto è avvenuto attraverso un software pirata inserito nel sistema della compagnia privata britannica Vodafone. Questa non appena avrebbe scoperto l’abuso, ma sarebbe meglio dire: “appena ha avuto la soffiata che l’abusa stava per essere scoperto”,  ha provveduto a disattivare e distruggere il programma di intercettazione, distruggendo allo stesso tempo ogni prova del crimine. La storia si è anche macchiata di sangue giacché un dirigente della stessa Vodafone si sarebbe suicidato appena 48 ore prima dello scoppio dello scandalo. A questo link [1] un articolo dell’International Herald Tribune.