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Ultrà Napoli, verità di comodo?

disordinitifosi [1] Il Tele Giornale Regionale della RAI della Campania presenta una serie di immagini e interviste dalle quali si evincerebbe che i tifosi del Napoli diretti a Roma non sarebbero stati protagonisti di scontri di alcun tipo. E che le immagini mostrate ossessivamente da domenica, e presentate col titolo “l’orda”, farebbero vedere solo un gruppo inadeguatamente numeroso di persone; vanno di fretta perché hanno fatto tardi alla partita, ma non stanno invadendo alcunché ne minacciando alcuno.

A Napoli, inoltre, almeno 4.000 dei 5.000 avevano sia il biglietto dello stadio che quello del treno, ma per questo bollino rosso ferroviario (5.000 persone riempiono almeno 4 treni) non era stato predisposto nulla da FS che però aveva venduto lo stesso i suoi bravi biglietti. In soldoni, è la tesi ventilata del TG della Campania, se uno autorizza a muovere tutte insieme 5.000 persone e non predispone nulla, poi queste 5.000 persone imbottigliate in una stazione saranno protagoniste/vittime automaticamente del caos. Loro e chi altro si trovava lì con altrettanto diritto a viaggiare.

Senza alimentare ipotesi innocentiste (chi scrive ce l’ha a morte con gli ultrà di tutte le razze) né vittimiste, ci sono dunque gli elementi per dubitare sulla verità ufficiale che mostra una volta di più i “barbari napoletani” come ieri aveva inventato la criminalizzazione di chi si opponeva a discariche che violano le leggi dello Stato. Risulta che gli ultrà dell’Inter, di ritorno da Genova, avrebbero fatto a pezzi un autogrill terrorizzando gli astanti, che non è diverso dal fare a pezzi un treno terrorizzando i presenti. Ma nessun provvedimento analogo (il blocco delle trasferte per un anno intero), e neanche più lieve, è stato preso nei confronti degli ultras della squadra lombarda. E l’allegra agilità con la quale si prendono provvedimenti gravi contro tutti i tifosi del Napoli (ma contro nessuno in particolare, dimenticando che la responsabilità penale è individuale) è pari solo all’allegra agilità con la quale lo spostamento dei 5.000 non sarebbe stato adeguatamente organizzato da FS e Polizia.

Le responsabilità almeno disorganizzative di FS e della Polizia per i fatti di domenica vanno coperte dal governo e dai media. La cosa più semplice è creare l’ennesimo nemico (l’ultrà napoletano che diventa falsamente peggiore di quelli veronesi o juventini o tutti gli altri) e inventare il lieto fine. E il lieto fine è il pugno di ferro che va tanto di moda e che il governo applica con gagliarda baldanza: dagli al napoletano, una volta di più. Come per gli immigrati, i rom, Roma ladrona, gli insegnanti meridionali, gli impiegati pubblici, facciamo finta che esista una parte sana e una malata del paese così ci sentiremo rassicurati. Ma un ultras è un troglodita sotto qualunque bandiera, così come andare a vedere uno spettacolo pubblico dovrebbe essere un diritto da garantire a chiunque non abbia intenzione di offendere.

D’altra parte il capo della Polizia Antonio Manganelli parla di Camorra. E’ probabile che abbia ragione, almeno in parte. Ma è probabile che abbia in parte ragione anche Ignazio La Russa che ha detto (poi ritrattando) che chi parla di Camorra cerca scuse. Se un ministro della difesa di Alleanza Nazionale battibecca con il capo della Polizia vuol dire che la confusione è grande. Ma, ammesso e non concesso, tanto più cosa c’entrano i tifosi del Napoli? E, soprattutto, cosa c’entra l’impresa privata SSC Napoli, se i danni avvengono in treni e stazioni, o se li commette la camorra?