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Salviamo la legge sulla confisca dei beni della mafia

Aderisco e vi invito ad aderire sul sito di Libera [1] di don Luigi Ciotti al seguente appello 

La legge Rognoni – La Torre, che consente da oltre vent’anni di aggredire le ricchezze accumulate dalle mafie nel nostro Paese, è in pericolo. Rischia di essere approvato dal Parlamento, infatti, un disegno di legge che tra i molti aspetti discutibili prevede la possibilità di revisione, senza limiti di tempo e su richiesta di chiunque sia titolare di un “interesse giuridicamente riconosciuto”, dei provvedimenti definitivi di confisca. In nome di un malinteso garantismo, insomma, si compromettono definitivamente il lavoro e l’impegno di quanti, dalle forze dell’ordine alla magistratura, dalle associazioni alle cooperative sociali, sono oggi impegnati nella difficilissima opera di individuazione e riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Nessun provvedimento di confisca, di fatto, sarà mai definitivo. Nessuna assegnazione di beni confiscati avrà un futuro certo. Altri avrebbero potuto essere gli strumenti con cui risarcire, anche dal punto di vista economico, eventuali vittime di errori giudiziari, sempre possibili, nell’iter che va dal sequestro preventivo dei beni alla loro definitiva confisca. Se dovesse essere approvato, invece, quanto previsto dal comma 1 lettera “m” dell’art. 3 del disegno di legge AC 5362 recante “Delega al Governo per il riordino della disciplina in materia di gestione e destinazione delle attività e dei beni sequestrati o confiscati ad organizzazioni criminali”, tutti i beni confiscati (dai terreni coltivati da coraggiose cooperative di giovani agli immobili trasformati in sedi di servizi sociali o in caserme delle forze dell’ordine, solo per fare alcuni esempi) finirebbero in un limbo di assoluta incertezza. Ovvero esattamente il contrario di quanto sarebbe necessario oggi. Le mafie, infatti, hanno da tempo affinato i meccanismi con cui riciclano i proventi delle loro attività illecite e nel nostro Paese si registra, negli ultimi anni, una consistente flessione del numero di beni confiscati. Una situazione che richiede normative efficaci e scelte concrete in grado di far crescere la fiducia di chi è impegnato ogni giorno nella lotta alle mafie. E’ per queste ragioni che l’associazione Libera (che raccoglie più di 1200 associazioni nazionali e locali, scuole, cooperative) e i sottoscritti familiari delle vittime delle mafie, attraverso questo appello, chiedono un serio e approfondito ripensamento, in sede di dibattito parlamentare, del disegno di legge delega AC 5362, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di revisione dei provvedimenti definitivi di confisca, affinchè deputati e senatori di tutte le forze politiche sappiano trovare la giusta misura, il corretto equilibrio tra la tutela dei diritti di chi subisce i provvedimenti di confisca dei beni e la necessità di sottrarre alle organizzazioni mafiose gli immensi patrimoni che accumulano ogni anno, nell’illegalità e nel sangue. Trasformando questi beni, come sta avvenendo faticosamente oggi, in segni tangibili di legalità e giustizia.

Per aderire all’appello:

email: [email protected]
[2]
Tel. 06/69770301
Fax 06/6783559

Hanno gia’ aderito:

Luigi Ciotti
Giuseppina La Torre
Rita Borsellino
Giovanni Impastato
Claudia Loi
Edna Cosina
Daniela Marcone
Viviana Matrangola
Debora Cartisano
Margherita Asta
Maddalena Rostagno
Monica Rostagno
Elisabetta Roveri
Dario Montana
Paolo Siani
Stefania Grasso
Angela Grasso
Le coperative e le associazioni che gestiscono beni confiscati alla mafia:
Associazione Casa dei Giovani
Coop. Lavoro e Non Solo
Coop. NoE
Coop. Placido Rizzotto
Coop. Valle del Marro
I dipendenti della Calcestruzzi Ericina (azienda confiscata alla mafia)
Mutua Studentesca, Avviso Pubblico – Regioni ed enti locali per la formazione civile contro le mafie,
ICS – Consorzio Italiano di Solidarieta’, Peace Games, Gruppo Abele, Sinistra Giovanile, Fuci, Auser,
FAI – Federazione Antiracket Antiusura Italiana, Co.na.pi,
Gruppo Alce Nero Mielizia, Pax Christi Italia, Legambiente, Cipax, Magistratura Democratica,
Antigone, Arci Nazionale, Psichiatria democratica, Federazione Nazionale Giovani Comunisti